di Lauren Barredo[1], Irene Agyepong[2], Gordon Liu[3] e Srinath Reddy[4]
La salute è fondamentale per lo sviluppo umano. Tutti, senza alcuna distinzione in base alla classe sociale, mettono sempre una buona salute al primo posto nelle loro priorità[5] e a loro volta le persone che godono di buona salute sono un sostegno fondamentale per le società. Non sorprende quindi che quattro degli otto obiettivi di sviluppo per il millennio (MDGs) siano direttamente legati alla salute[6].
Gli MDGs hanno con successo concentrato l’attenzione e le risorse globali su specifiche ed urgenti sfide del nostro mondo, includendo la fame, la salute delle madri e dei bambini, l’HIV/AIDS e la malaria. Questi problemi sono stati messi al primo posto nell’agenda globale, invitando le agenzie internazionali, gli Stati, le organizzazioni non e la società civile, le compagnie private e altri attori a collaborare per raggiungere questi obiettivi. Conseguenza di ciò è stato un dimezzamento della povertà estrema, e dei progressi significativi nella lotta contro la malaria, la tubercolosi e molto altro. 2 miliardi di persone hanno ottenuto l’accesso ad acqua potabile.
Tuttavia, come molti altri obiettivi globali, insieme ai punti di forza e ai successi ci sono anche delle sfide e delle debolezze. Il progresso è stato non equo, sia all’interno delle nazioni che tra i vari paesi. Nonostante la denutrizione infantile e la mortalità materna ed infantile siano diminuite drasticamente, c’è ancora molto lavoro da fare. L’educazione pubblica e i test più rapidi per diagnosticare l’HIV/AIDS hanno contribuito a ridurre il numero di nuovi casi, e trattamenti più efficaci hanno permesso alle persone già affette da HIV di vivere più a lungo. Tuttavia l’accesso ai trattamenti deve diventare ancora più accessibile; nuovi casi devono essere prevenuti e lo stigma e la discriminazione legate a queste malattie devono essere ridotti.
Gli MDGs incoraggiano degli interventi specifici che offrono benefici a delle fasce delle popolazioni, le donne in gravidanza e i bambini al di sotto dei cinque anni, piuttosto che ad altre persone. Alcuni paesi, tuttavia, hanno cercato di migliorare i loro indicatori sociali attraverso degli investimenti nei loro sistemi sanitari per aiutare l’intera popolazione, risultato in un decisivo progresso per la sanità di tutte le persone e di tutte le fasce d’età. Altri paesi hanno incentrato i loro interventi nell’offerta di servizi sanitari alle donne incinte e ai bambini, e per questo hanno visto dei piccoli miglioramenti nel livello di salute generale dell’interna popolazione. Una nuova agenda è necessaria per dare priorità all’equità dei risultati, e per concentrarsi sugli interi sistemi sanitari oltre che sui casi specifici.
Inoltre, il peso globale delle malattie è cambiato molto negli ultimi trent’anni, aumentando il bisogno di concentrarsi sui sistemi sanitari. Le malattie non trasmissibili come l’ictus, il cancro e il diabete sono responsabili di un grande incremento della mortalità e morbilità sia nei paesi in via di sviluppo che nei paesi sviluppati[7]. Infatti, la rapida crescita economica in molti paesi in via di sviluppo ha lasciato come eredità molte difficili dicotomie; nelle aree più povere e remote c’è ancora molto lavoro da fare riguardo l’agenda degli MDGs, mentre il diabete e le malattie cardiovascolari sono in aumento in molte città. Anche nelle famiglie, le dinamiche famigliari fanno sì che alcuni membri della famiglia soffrano di mancanze energetiche o di micronutrienti, mentre altri di obesità. Guardando al futuro, abbiamo bisogno di un’agenda per il post-2015 che aiuti i paesi ad affrontare tutte questi problemi.
Le ricerche mediche hanno mostrato come le questioni sanitarie rimaste in sospeso, oggi giocano un ruolo importante per la salute ed il benessere generale. La salute mentale ne è un esempio. C’è un maggior accordo sul fatto che abbiamo bisogno di lavorare di più per ridurre lo stigma riguardante le malattie mentali e per offrire dei servizi per la sanità mentale a tutte le persone. Cominciare a considerare la qualità dell’aria sia negli ambienti esterni che interni, la qualità dell’acqua e di altri fattori ambientali determinanti per la salute può essere un altro esempio. Affrontare queste questioni è cruciale per salvaguardare la salute globale, e questo deve giocare un ruolo preponderante nell’agenda post-2015.
Per questo motivo noi suggeriamo un’agenda per lo sviluppo post-2015 che riaffermi l’impegno verso gli MDGs e che li espanda fino a coprire delle nuove problematiche che meritano l’urgente attenzione globale. La creazione dell’obiettivo per lo sviluppo sostenibile numero 3 – assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età – può facilmente accogliere tale vasta agenda. Il testo corrente, che include numerosi target per la mortalità infantile e materna, può dare nuovo vigore all’azione per completare l’agenda degli MDGs. I target che si riferiscono alle malattie non trasmissibili, all’abuso di sostanze, e alla salute degli ambienti di vita contribuiranno ad accrescere la consapevolezza globale riguardo l’importanza di queste questioni e aumenteranno il loro progresso.
Forse l’aspetto più rivoluzionario di questo obiettivo è rappresentato dal target sulla copertura sanitaria universale (UHC). Un tale obiettivo rimane comunque vulnerabile alle critiche di chi afferma sia troppo vago e perciò difficile da raggiungere e da misurare. Ciononostante, spesso c’è bisogno di obiettivi ambiziosi per ispirare il progresso. Se gli Obiettivi del Millennio preconizzavano interventi mirati per donne e bambini con meno di 5 anni, la copertura sanitaria universale promuove una vita più sana per tutti, attraverso investimenti nel sistema sanitario. Ci sono prove sempre più schiacchianti che investimenti nel sistema sanitario pubblico sono la chiave per migliori risultati nella sanità[8].
In breve, la copertura sanitaria universale lotta per assicurare a tutti l’accesso alle cure e dei servizi sanitari di qualità senza la spada di Damocle del costo. Inoltre, supporta una crescente uguaglianza in termini di risultati, dal momento che permette anche ai più poveri l’accesso alle cure mediche. Aiuta a promuovere un approccio medico che tenga in considerazione tutte le età, dal momento che fa riferimento a tute le fasce della popolazione. Se propriamente sviluppata, darà cure di prima necessità a tutti, e promuoverà servizi medici, preventivi, curativi, palliativi e riabilitativi. Infine, la copertura sanitaria universale può essere sviluppata di modo da basarsi sulle determinanti sociali ed ambientali della salute, compresi i comportamenti umani (una dieta sana ed equilibrata, esercizio fisico, qualità dell’aria, consumo di tabacco, ecc.).
Un focus sulla copertura sanitaria universale per i prossimi 15 anni può davvero trasformare tutti i paesi, ricchi o poveri che siano. È fondamentale che le migliorie nel campo della salute siano portate a tutti, non solamente a certi gruppi. Analisi causali su 153 paesi rivelano che “una copertura sanitaria più estesa porta generalmente ad un migliore accesso alle cure e ad una salute generale migliore, con i maggiori benefici portati alle classi povere”[9]. Il Rapporto sulla salute mondiale del 2010 dimostra i catastrofici effetti dei costi della sanità, con oltre 150 milioni di persone che soffrono perché non possono permettersi i costi di un servizio efficace e altri 100 milioni spinti sotto la soglia di povertà precisamente a causa delle grandi spese sanitarie che devono sostenere[10]. La copertura sanitaria universale concentra attenzione e sforzi sulla rimozione di tali barriere finanziarie e lavora verso un accesso garantito a tutti, evitando così che non si recavano cure perché non ce lo si può permettere.
Certamente, definire gli obiettivi non può andare oltre uno schizzo. Il vero test sarà il modo in cui gli obiettivi saranno implementati, e come i relativi progressi saranno monitorati e valutati. Poiché l’obiettivo generale è di assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età, governi, organizzazioni internazionali e gli altri attori devono essere pragmatici nell’implementazione di tali politiche e nella valutazione dei progressi. Un accordo sugli obiettivi globali e sugli scopi, così come anche sulle decisioni politiche, sarà un processo tanto politico quanto tecnico. La tensione tra la parte politica e quella più specificatamente tecnica deve essere gestita in modo da garantire l’attuabilità degli obiettivi e la successiva valutazione.
Il dibattito sugli indicatori da usare e sul finanziamento degli obiettivi è ancora in corso. Il Network per le soluzioni per lo sviluppo sostenibile (SDSN, Sustainable Development Solutions network) ha proposto un quadro di massima per gli indicatori post-2015. Questi devono essere chiari e precisi, selezionati col più ampio consenso possibile tra gli stakeholder, e basati sulle fonti di dati esistenti. Gli indicatori dovrebbero misurare i risultati in maniera più ampia possibile, ed essere così spalmati su una miriade di variabili socioeconomiche (l’età, il sesso, la provenienza geografica rurale o urbana, …) per assicurare un progresso equo. Per di più, i governi dovrebbero promuovere una “rivoluzione dei dati” e andare il più possibile verso un report annuale dei dati pubblicamente disponibili. Le nuove tecnologie, come i telefoni cellulari, rendono la raccolta dati e la conseguente analisi incredibilmente più rapide; l’Agenda post-2015 dovrebbe approfittarne.
Abbiamo la grande opportunità di stabilire l’agenda dello sviluppo equa ed ambiziosa per i prossimi 15 anni. I processi politici globali stanno facendo il loro per consegnare un lavoro significativo, che potrebbe essere rivoluzionario per la salute mondiale. Avvicinandoci a settembre, gli stakeholder devono ritenere responsabili i governi affinché mantengano le promesse date verso un accordo sostanziale, e cominciare a lavorare insieme per implementare gli Obiettivi.
Note
[1] Manager del Network per le Soluzioni per lo Sviluppo Sostenibile a New York, Stati Uniti
[2] Professoressa alla Scuola della Sanità Pubblica dell’Università di Accra, Ghana
[3] Direttore del Centro di Ricerca per la Sanità e l’Economia dell’Università di Peking a Pechino, Cina
[4] Presidente della Fondazione per la Sanità Pubblica dell’India a Nuova Delhi.
[5] John Helliwell, Richard Layard and Jeffrey Sachs, eds., World Happiness Report (New York, Sustainable Development Solutions Network, 2012)
[6] Here we count MDGs 1 (poverty and hunger), 4 (child mortality), 5 (maternal health), and 6 (HIV/AIDS, Malaria, and TB)
[7] Here we count MDGs 1 (poverty and hunger), 4 (child mortality), 5 (maternal health), and 6 (HIV/AIDS, Malaria, and TB)
[8] World Health Organization, Everybody’s Business: Strengthening Health Systems to Improve Outcomes (Geneva, 2007)
[9] Rodrigo Moreno-Serra and Peter C. Smith, “Does progress towards universal health coverage improve population health?” The Lancet, vol.380, no. 9845, (September 2012), pp. 917–923.
[10] World Health Organization, Health Systems Financing: the path to universal coverage. World Health Report 2010 (Geneva, 2010)
Pubblicato nelle UN Chronicle, Department of Public Information, United Nations