Organizzazioni religiose e prevenzione della tratta degli esseri umani

10 febbraio 2020 – La John Cabot University (JCU) ha dato il benvenuto a Padre Fabio Baggio, capo della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, il quale ha tenuto un discorso sulle organizzazioni religiose e la prevenzione della tratta degli esseri umani.

Il panel che ha discusso il tema comprendeva Pietro Sebastiani (Ambasciatore italiano presso la Santa Sede), Marina Mazzini (Direzione esecutiva e sezione management dell’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia – UNICRI) e la professoressa Silvia Scarpa (docente della John Cabot University sul traffico di esseri umani). L’incontro è stato moderato da Michael Driessen, professore di Scienze Politiche della JCU.

Sponsorizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche e degli Affari Internazionali e dall’Ufficio del Servizio Comunitario della Religione e del Multiculturalismo, l’evento si è concentrato sul ruolo delle organizzazioni religiose nella risposta alla tratta degli esseri umani. La discussione è nata in seguito alla recente pubblicazione del Manuale del Dipartimento Migranti e Rifugiati diretto da Padre Baggio “Orientamenti pastorali sulla tratta delle persone”.

Orientamenti pastorali sulla tratta delle persone

Lo scopo del Manuale è quello di fornire una lettura della tratta degli esseri umani che ne consenta la comprensione e proponga possibili soluzioni per porre fine a questo fenomeno abominevole. La Sezione Migranti e Rifugiati, che lo ha prodotto, è un piccolo ufficio della Santa Sede improntato all’azione istituito nel 2017 da Papa Francesco per affrontare il tema della tratta delle persone e le questioni sui migranti e i rifugiati.

Il Manuale è stato concepito per aiutare le diocesi, le parrocchie e le congregazioni, nonché le scuole e le università, a pianificare, stabilire, condurre e valutare azioni volte a far fronte alla tratta di esseri umani. Può inoltre rappresentare un utile punto di riferimento per i media.

La struttura del manuale come spiegato da Padre Baggio prevede una breve prefazione giuridica che definisce la tratta delle persone come “il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’alloggio o l’accoglienza di persone, […] a scopo di sfruttamento”. Il manuale è poi diviso in 10 sezioni che analizzano i fatti e le sfide da affrontare. I capitoli sono i seguenti: la mercificazione e lo sfruttamento degli esseri umani, il contesto della domanda, la riluttanza a riconoscere la realtà della tratta, l’identificazione e la denuncia dei casi di tratta, le connessioni con il mondo degli affari, le condizioni di lavoro e le filiere di approvvigionamento, la tratta e il traffico di migranti, la cooperazione tra Stati e istituzioni, il sostegno ai sopravvissuti della tratta, e infine la promozione della reintegrazione delle vittime.

Durante l’evento, tutti i relatori hanno sottolineato la pertinenza e attualità degli Orientamenti pastorali negli sforzi recenti e futuri per contrastare il fenomeno. L’Ambasciatore Pietro Sebastiani ha inoltre ricordato Santa Giuseppina Margaret Bakhita, nata nel 1869 nel villaggio di Olgossa in Darfur (Sudan). All’età di nove anni, fu rapita e venduta più volte come schiava, subendo violenze inaudite. Fu poi venduta al Vice Console italiano Callisto Legnani e si trasferì in Italia con lui. Visse per un periodo a Venezia sotto la custodia delle suore Canossiane finché un tribunale la dichiarò libera. Decise di prendere i voti e visse come sorella canossiana per più di 50 anni. Canonizzata nel 2000, la sua festa viene celebrata ogni anno l’8 febbraio, in occasione della Giornata internazionale di preghiera e consapevolezza contro la tratta degli esseri umani. L’Ambasciatore Sebastiani ha poi sottolineato l’importanza della cooperazione allo sviluppo e delle istituzioni multilaterali nella lotta contro la tratta di persone.

Marina Mazzini ha spiegato come la tratta di esseri umani e il traffico di migranti siano fenomeni che coinvolgono tutti i paesi del mondo. Si stima che un trafficante arrivi a guadagnare dai 30 ai 50 mila euro per ogni vittima. Questo settore è altamente redditizio, il che rende più difficile prevenirlo e contrastarlo,  identificare le vittime e denunciarlo.

La professoressa Silvia Scarpa ha ricordato che a settembre 2015 Papa Francesco si è rivolto ai Paesi Membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite affermando che mali come “la tratta delle persone, il traffico di organi e tessuti umani, lo sfruttamento sessuale di giovani e ragazze e i lavori forzati” non si possono sconfiggere solamente con “impegni solenni”. “Dobbiamo garantire che le nostre istituzioni siano veramente efficenti nella lotta contro queste piaghe”.

Silvia Scarpa ha illustrato in che modo gli attori della governance globale potrebbero agire in modo più efficace attraverso l’adozione di una definizione comune del fenomeno e un maggior coordinamento e cooperazione tra gli attori coinvolti, al fine di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 che indirizzano il fenomeno della tratta, dello sfruttamento e della violenza.

Obiettivi futuri

La discussione si è conclusa con la presentazione delle linee guida per le istituzioni e i paesi. L’obiettivo nel breve termine quello di liberare e la reintegrare coloro che sono coinvolti nel traffico di persone. Il fine ultimo è quello di eliminare qualsiasi tipo di inganno, sopraffazione e sfruttamento su scala sociale più vasta.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, mira a raggiungere un “mondo giusto, tollerante e socialmente inclusivo in cui siano soddisfatte le esigenze dei più deboli”. Secondo Padre Baggio e gli altri relatori, questo obiettivo non è utopico, al contrario  è raggiungibile se ci saranno cambiamenti reali. Innanzitutto, è necessario attuare alternative migratorie sicure (in particolare, si è fatto riferimento ai corridoi umanitari per i richiedenti asilo): bisogna dare priorità ai bisogni delle vittime; restuire loro dignità e un ruolo nella società. Inoltre è essenziale promuovere la denuncia dei casi di tratta, e infine favorire politiche e standard che riconoscano la dignità umana in tutti i campi, concentrandosi sulla domanda e sull’eliminazione dello sfruttamento nelle filiere globali e sul ruolo dei consumatori, secondo un approccio etico.

Per concludere, come Papa Francesco ha sottolineato in occasione Celebrazione della Giornata Mondiale della Pace del 2015, “È chiaramente necessaria la cooperazione su vari livelli, coinvolgendo le istituzioni nazionali e internazionali, gli enti della società civile e il mondo della finanza”.

Traduzione dell’articolo di Arianna Manfredi

Articolo originale disponibile alla pagina: https://news.johncabot.edu/2020/02/human-trafficking-prevention/