Roma, 14 febbraio 2018, ore 9-13
Casa internazionale delle donne – Via della Lungara 19
Dopo aver raccolto più di 60.000 firme in un mese a sostegno della petizione online che chiede la rimborsabilità dei mezzi contraccettivi, il Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole organizza una conferenza tecnica per discutere della situazione attuale e delle concrete possibilità di realizzazione della proposta. Partecipano rappresentanti istituzionali, delle Società scientifiche di ginecologia e ostetricia ospedaliera e territoriale e delle aziende produttrici di contraccettivi.
Durante la conferenza sarà anche presentato, per la prima volta in Italia, l’Atlante europeo della Contraccezione edito dall’European Parliamentary Forum on Population & Development. Si tratta di una mappa che attribuisce a 45 paesi dell’Europa geografica dei punteggi riguardanti la moderna contraccezione. Le classifiche, basate sull’accesso ai contraccettivi, sul counseling e sulla informazione online, rivelano una fotografia irregolare dei paesi europei.
Dispiace constatare che, nonostante l’interesse pubblico e i numerosi inviti da parte nostra, l’Agenzia italiana del farmaco, istituzione pubblica direttamente interessata alla questione, non abbia voluto intervenire, sottraendosi così a qualunque confronto sul tema.
La contraccezione e l’aborto sono pratiche di cui le donne si fanno carico e troppo spesso ne affrontano da sole decisioni e conseguenze, talora incontrando risposte insoddisfacenti da parte dei servizi. Nonostante la legge sui consultori in vigore dal 1975 preveda la gratuità, le donne devono pagare tutti i contraccettivi e in alcune regioni anche il ticket nel consultorio. Riteniamo che lo Stato debba fare la sua parte, riconoscendo il valore sanitario e sociale della contraccezione oltre che della maternità – affermano Pietro Puzzi e Marina Toschi, ginecologi e portavoce del Comitato.
La Francia è il paese numero uno per l’accesso alla contraccezione in Europa ed è anche il paese con il più alto tasso di fecondità, a dimostrazione che nei Paesi economicamente più sviluppati la fecondità va di pari passo con l’attenzione alla salute sessuale riproduttiva, che passa anche attraverso un equo accesso alla contraccezione. E purtroppo l’Italia non rientra fra i primi dieci classificati per qualità di accesso alla contraccezione. È al 26° posto – spiega Maria Grazia Panunzi presidente di AIDOS.
Intervengono
Pietro Puzzi (Comitato per la Contraccezione Gratuita e Consapevole) Maria Grazia Panunzi (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo Onlus) Marina Davidashvili (European parliamentary forum) Elsa Viora (Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri) Emilio Arisi (Società Medica Italiana per la Contraccezione) Marina Toschi (Associazione Ginecologi Territoriali) Raffaella Punzo (Società italiana di scienze ostetrico-ginecologico-neonatali) Elisabetta Canitano (Associazione Vita di Donna Onlus) Studenti della Rete della Conoscenza Silvana Borsari (Servizio di assistenza distrettuale della Regione Emilia Romagna) Angela Spinelli (Istituto Superiore di Sanità) Fernanda Gellona (Assobiomedica) con il contributo di Nerina Dirindin (Senato della Repubblica, XII Commissione Permanente Igiene e Sanità)
Contatti
Eleonora Cirant cell. 3492542205
Maria Cristina Valsecchi cell. 3483135734
comitatocontraccezione@gmail.com
Per maggiori info: Aidos