Il Parco dell’Etna è lo scenario dell’installazione artistica di Elvira Fusto. “Madre Snatura” è protagonista attraverso i corpi di 28 donne, magre e seminude, i cui volti truccati fanno rivivere la fauna dell’Etna. Donna istrice, volpe, gufo, aquila reale, falco, vipera e riccio dal corpo strozzato da un cavo elettrico nero che finisce con la spina stretta fra i denti della modella, come emblema di una natura oltraggiata continuamente dall’uomo. Il video racconta il disagio e il disadattamento della Natura che tenta di conciliarsi con le trecento discariche abusive che occupano il territorio.
Madre Snatura by Elvira Fusto from Elvira Fusto on Vimeo.
I corpi si trovano così disposti, a gruppi di sette, intorno a oggetti che da tempo ormai risiedono nel Parco appartenente al Patrimonio dell’Unesco. Non è un numero casuale quello scelto dall’artista, infatti il numero sette nella simbologia è composto da un triangolo e un quadrato, rievocando così la piramide simbolo del divino che risiede in ogni essere e il tetragono simbolo della stabilità di ogni essere che vive nel rispetto di sé. Sullo sfondo, maestosa, c’è l’Etna. Il video, un breve film sulla genesi di Madre Snatura, dalla durata di tre minuti e trenta, ci riporta alle origini del rapporto con la montagna, alle affezioni primordiali e antiche che generano i rapporti amorosi con Madre Natura.