“Il commercio transatlantico di persone ridotte alla schiavitù africane è stato un crimine contro l’umanità che risuona attraverso la storia e continua a segnare le società moderne. Oggi, ricordiamo le donne, i bambini e gli uomini strappati ai loro cari, costretti a lavorare in condizioni agonizzanti, crudelmente puniti e privati della loro dignità e dei diritti umani, e ricordiamo i loro atti di resistenza e le loro richieste di giustizia.“
António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite
La Giornata Internazionale in Memoria delle Vittime della Schiavitù e della Tratta Transatlantica degli Schiavi, che si celebra ogni anno il 25 marzo, rappresenta un momento di riflessione sulle atrocità commesse durante la tratta transatlantica, nonché un’occasione per onorare il coraggio e la resilienza delle vittime.
Ricordare significa anche agire: abbiamo oggi la responsabilità collettiva di costruire un futuro fondato sulla dignità, la giustizia e l’uguaglianza, promuovendo il rispetto dei diritti delle persone di discendenza africana in tutto il mondo.
Riconoscere il passato. Riparare il presente. Costruire un futuro
La tratta transatlantica di persone ridotte in schiavitù, attiva dal XV secolo fino alla fine del XIX, ha comportato la deportazione forzata di oltre 15 milioni di donne, uomini e bambini, prevalentemente dall’Africa occidentale, per essere impiegati come forza lavoro schiavizzata nelle Americhe.
Questo sistema ha generato immense ricchezze per le potenze coloniali, radicando disuguaglianze sistemiche che ancora oggi influenzano profondamente le società. Inoltre, ha alimentato narrazioni distorte di inferiorità razziale e supremazia bianca, utilizzate per giustificare la schiavitù stessa e ancora presenti nel dibattito contemporaneo.
La ricorrenza del 25 marzo non è solo una commemorazione del passato, ma un appello all’azione concreta per smantellare le strutture di discriminazione persistenti. Il tema della Giornata — Riconoscere il passato. Riparare il presente. Costruire un futuro di dignità e giustizia — rappresenta un forte richiamo alla necessità di società inclusive, eque e giuste.
Non solo memoria, ma anche educazione
Questa Giornata è anche un’opportunità per approfondire la conoscenza della storia della tratta e del contributo delle vittime alla costruzione delle società moderne. Le Nazioni Unite si impegnano a preservarne la memoria attraverso:
- Il Programma di Sensibilizzazione sulla Tratta Transatlantica e la Schiavitù, promosso dal Dipartimento delle Comunicazioni Globali;
- Il progetto “Routes of Enslaved Peoples”, coordinato dall’UNESCO;
- La collezione audiovisiva “Video and Sound Collection” dedicata alla tratta;
- La pagina ufficiale del Decennio Internazionale per le Persone di Discendenza Africana (2015–2024), per promuovere diritti, visibilità e giustizia.
Un impegno delle Nazioni Unite
Nel 2006, con la Risoluzione 61/19, l’Assemblea Generale ha riconosciuto la schiavitù e la tratta transatlantica come una delle più gravi violazioni dei diritti umani nella storia dell’umanità, proclamando il 25 marzo 2007 come Giornata Internazionale per la Commemorazione del Bicentenario dell’Abolizione della Tratta. L’anno successivo, la Risoluzione 62/122 ha istituito ufficialmente la Giornata Internazionale in Memoria delle Vittime della Schiavitù e della Tratta Transatlantica degli Schiavi.
Perché il 25 marzo?
La data commemora l’abolizione del commercio transatlantico da parte del Regno Unito nel 1807, quando fu dichiarato illegale ogni traffico di persone ridotte in schiavitù dall’Africa. Tuttavia, la fine formale della tratta non coincise con la fine della schiavitù, che fu conquistata grazie alla coraggiosa lotta di uomini e donne in stato di schiavitù.
Un evento simbolico di questa lotta è la Rivoluzione haitiana, che nel 1804 portò alla nascita della Repubblica di Haiti, prima nazione indipendente guidata da ex schiavi, divenuti finalmente liberi.
Il Memoriale Permanente a New York
Inaugurato il 25 marzo 2015, il Memoriale Permanente presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York consente ai visitatori di riflettere e vivere simbolicamente l’esperienza delle persone deportate. Attraversando l’Arca del Ritorno, è possibile comprendere, anche visivamente ed emotivamente, le condizioni estreme in cui milioni di africani sono stati trasportati durante le traversate oceaniche.
FONTI: UN
FOTO: “Florence Ifeoluwa Otedola, also known as DJ Cuppy, visits the Ark of Return at UN Headquarters. The memorial invites people everywhere to contemplate the legacy of the slave trade and to fight against racism and prejudice today”, © UN Photo/Mark Garten. UN