Il premio Nobel per la Pace 2017 è stato assegnato all’organizzazione per il bando alle armi nucleari (Ican) con sede a Ginevra.
Berit Reiss-Andersen, presidente dal 2017 del Comitato per il Nobel norvegese, ha sottolineato che il premio è stato assegnato all’ICAN per “il suo ruolo nel fare luce sulle catastrofiche conseguenze di un qualunque utilizzo di armi nucleari e per i suoi sforzi innovativi per arrivare a un trattato di proibizioni di queste armi”.
L’Ican — organizzazione non-profit nata nel 2007 in Australia, con sede a Ginevra e composta da 468 organizzazione in 101 Paesi — è stata determinante quando nel luglio scorso l’Onu ha adottato il nuovo trattato per la messa al bando delle armi nucleari, che entrerà in vigore non appena 50 Stati lo ratificheranno.
Il premio Nobel per la pace “è un messaggio agli Stati che hanno armi nucleari”, ha detto la direttrice esecutiva dell’Ican, Beatrice Fihn ed ha aggiunto “È un onore immenso, faccio fatica a descriverlo; è un premio importantissimo per tutti coloro che lavorano alla lotta contro le armi nucleari, un tributo ai sopravvissuti di Hiroshima e anche alle vittime dei test nucleari”.
La scelta del vincitore del Nobel per la pace anche quest’anno ha una connotazione politica. L’annuncio del comitato dei Nobel a Oslo ha infatti rispettato le previsioni che davano questo tema come il favorito nelle preferenze dei selezionatori, visto la crisi nord coreana in corso e il braccio di ferro fra Teheran e Washington sul trattato sul nucleare iraniano.
Anche l’Alto rappresentante Ue, Federica Mogherini, ha commentato positivamente l’assegnazione del Premio Nobel per la pace 2017 all’Ican perché “condividiamo un forte impegno a raggiungere l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari” ha scritto su Twitter dopo l’annuncio di Oslo.
Foto: Ansa. Beatrice Fihn, a sinistra, direttrice di Ican, festeggia da Ginevra l’assegnazione del Nobel con i suoi colleghi