Lunedì 3 febbraio, presso il Campus delle Nazioni Unite di Torino, rappresentanti delle istituzioni locali e della comunità internazionale hanno partecipato alla Cerimonia di apertura della tredicesima edizione del Master sul crimine transnazionale e la giustizia.
Questo percorso formativo, unico nel panorama internazionale, è organizzato dall’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia (UNICRI) e dall’Università per la Pace (UPEACE). Quest’anno saranno 50 gli studenti , provenienti da 18 paesi diversi, a partecipare al programma.
“L’applicazione del diritto penale internazionale è un potente strumento per il conseguimento di una pace duratura, prevenire i nuovi conflitti e favorire la riconciliazione,” ha dichiarato Leif Villadsen, vicedirettore dell’UNICRI, rivolgendosi ai nuovi studenti, sottolineando come “la giustizia internazionale debba essere garantita attraverso i tribunali e le corti internazionali “.
Il Master mira a coinvolgere e formare le nuove generazioni su aspetti cruciali riguardanti la giustizia e la pace. Questi temi richiedono, oltre che a una conoscenza specialistica e competenze specifiche, una visione globale degli scenari internazionali e la capacità di saper affrontare le sfide di oggi e domani.
Il vicedirettore dell’UNICRI ha inoltre affermato che “questo corso di studi riflette i nostri valori: i migliori investimenti che una società possa fare sono quelli fatti sui giovani.”
L’evento ha rappresentato un’occasione speciale per incontrare Navi Pillay, Giudice della Corte Internazionale di Giustizia (nel procedimento Gambia contro Myanmar), Presidente del Consiglio consultivo dell’accademia internazionale dei principi di Norimberga e Presidente della Commissione internazionale contro la pena di morte.
“L’idea che il potere politico possa essere un rifugio per l’impunità rappresenta un problema di legittimità alla base delle istituzioni”, ha affermato, aggiungendo che “i tribunali e le corti internazionali hanno vigiliato su questioni complesse in moltissimi casi, identificando i principali responsabili di crimini di guerra, genocidi e crimini contro l’umanità.”
“Mentre la giurisprudenza dei tribunali ad hoc e del tribunale penale internazionale dimostra che sono stati compiuti progressi significativi nella promozione della responsabilità e della giustizia per le vittime di gravi violazioni del diritto internazionale, non vi è alcun dubbio che la lotta contro l’immunità è lungi dall’essere raggiunta” ha precisato, evidenziando il ruolo significativo che le nuove generazioni possono svolgere nell’affrontare queste nuove sfide.
“Rimango piena di speranza per il futuro della giustizia internazionale considerando i recenti sviluppi in questo campo”, ha detto, rivolgendosi poi agli studenti “oggi vivete in un` epoca importanti cambiamenti e dovrete svolgere un ruolo importante. Vi auguro di ottenere ottimi risultati nei vostri studi e che continuiate ad essere protagonisti nella promozione della giustizia e della protezione dei diritti umani.”
Durante la cerimonia si sono susseguiti altri interventi tenuti da relatori di alto livello tra cui: il professor Mihir Kanade, Direttore del Centro diritti umani di UPEACE; il consigliere Roberto Rivello, Giudice della Corte d’Appello di Torino; Stefano Castellani, Giudice della Procura di Torino e dell’ Ufficio Antimafia; Elena Rocci, Giudice del Tribunale di Torino; il Colonnello Andrea Monti, Direttore del Centro studi operazioni post conflitto dell’Esercito italiano; e il consigliere Claudio Strata, membro dell’Ordine degli Avvocati di Torino.
Rivolgendosi agli studenti, il vicedirettore Villadsen ha dichiarato: “Voi rappresentate un esempio virtuoso che ricorda a tutti noi l’importanza delle opportunità e delle responsabilità che abbiamo e che portiamo avanti per il raggiungimento della pace, della giustizia e di istituzioni istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti. Vi auguro buona fortuna per questo viaggio, sperando che vi possa arricchire con nuove conoscenze.”