Rome International Seminar 2023 – Intervenire per la Pace e lo Sviluppo: Il Ruolo Chiave delle Comunità Internazionali e delle Università

In un contesto mondiale sempre più complesso, affrontare le sfide del XXI secolo richiede un impegno incisivo per assicurare la pace internazionale e promuovere lo sviluppo. In questo scenario di cambiamenti globali, il ruolo delle comunità internazionali e delle università emerge come cruciale per plasmare il futuro del nostro mondo.

Gli studenti hanno partecipando al “Rome International Seminar for peace 2023”, promosso dall’Università Roma Tre in collaborazione con le Nazioni Unite e il Ministero degli Esteri italiano. A coordinare l’iniziativa è stato il professor Massimo Maria Caneva, che nel 2015 — durante la Conferenza mondiale dei rettori in occasione del Giubileo straordinario della misericordia — ha dato vita a questa “cooperazione universitaria tra studenti, accademici, istituzioni civili, organizzazioni internazionali e volontari che insieme trovano punti di contatto per promuovere il dialogo e la pace formando i diplomatici del futuro”. Per tutti questi ragazzi, ha detto Caneva, “la situazione in Terra Santa, da giorni epicentro di odio, violenza e atrocità, e il conseguente acuirsi della tensione in tutta l’aria mediorientale, è fonte di grande dolore e preoccupazione”.

Il corso, giunto alla quinta edizione, si è aperto la sera del 12 ottobre a San Martino al Cimino e il gruppo ha poi proseguito i lavori nella facoltà di Scienze politiche dell’Università Roma Tre.

Il professor Massimo Maria Caneva, professor AESI, rivolge un appello per la pace agli studenti: “La pace è sempre possibile se la viviamo personalmente e la cerchiamo e la prepariamo insieme agli altri, prima che le armi devastanti distruggano la vita”.

È urgente preparare le nuove generazioni a fare molto per prevenire e agire per la pace, soprattutto ora.

Condanniamo fortemente la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, ma non chiudiamo mai le porte alla diplomazia. La pace in Europa e in Medio Oriente è possibile attraverso il dialogo.

Uno dei fondamentali dilemmi del XXI secolo consiste nell’assicurare la pace internazionale e favorire lo sviluppo, alla luce del nuovo equilibrio mondiale. Oggi, esistono problematiche che possono essere risolte solo attraverso azioni a livello globale. È necessario un nuovo pensiero strategico per affrontare le questioni globali e promuovere i “beni pubblici globali”. Di conseguenza, le comunità internazionali devono diventare protagonisti di una nuova strategia per intervenire nelle aree di crisi e promuovere la pace, i diritti umani e lo sviluppo con una politica estera comune basata su una prospettiva realistica ed efficace.

Questa strategia deve includere sforzi collaborativi di azioni diplomatiche, economiche e di forze per la pace, radicandosi nell’obiettivo comune di sviluppare una forte cultura di cooperazione e solidarietà capace di comprendere le esigenze locali e fornire soluzioni rapide ed efficienti, professionali e rispettose della dignità umana.

Una tale strategia deve fare affidamento su competenze culturali e comprendere le conoscenze esperte degli elementi teorici della gestione delle crisi e dello sviluppo, insieme alla capacità di comprendere le reali e complete necessità delle popolazioni, nonché le loro radici storiche e culturali, al fine di fornire risposte efficaci e promuovere la pace e lo sviluppo fin dalle prime fasi delle operazioni.

La posizione centrale dell’università non implica un’azione illecita, anche se potrebbe sembrare così. Ciò che vogliamo sottolineare è, al contrario, che solo l’ampliamento della mente umana attraverso la ricerca scientifica, arricchita dall’esperienza personale sul campo, può favorire un’analisi più attenta dei problemi e un approccio ampio verso l’essere umano e le sue esigenze in situazioni di emergenza.

Questa metodologia universitaria è uno strumento utile per stimolare la cooperazione tra le persone e gli individui. Tuttavia, è importante sottolineare che quando parliamo di cooperazione universitaria nel campo delle crisi umanitarie, non intendiamo solo lo scambio di lezioni e ricercatori, come avviene di solito nella collaborazione accademica, anche se anche questa attività sembra essere utile.

La cooperazione universitaria è infatti una strategia più generale che consiste nell’analisi e nell’azione congiunta, nella formazione e nella ricerca sul campo in collaborazione tra il mondo accademico e le istituzioni civili, organizzazioni internazionali, volontari, al fine di rendere possibile la prevenzione delle crisi e l’assistenza umanitaria contemporaneamente.

Fonte: “PEACE IS POSSIBLE THANKS TO THE STUDENTS” – AESI (aesieuropa.eu)