L’Istituto dell’ONU per la Ricerca sul Crimine e la Giustiza (UNICRI) sta attuando un’iniziativa che si pone l’obiettivo di sviluppare conoscenza sulle sfide legate alla misurazione e al raggiungimento dell’obiettivo 16 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. L’Agenda, articolata in 17 obiettivi, rappresenta un piano d’azione mondiale per le persone, il pianeta e la prosperità.
Nello specifico l’obiettivo 16 – dedicato alla pace, alla giustizia e al rafforzamento delle istituzioni – mira a “Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire l’accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive”. Questo obiettivo introduce un nuovo paradigma nell’elaborazione delle politiche di sviluppo: gli stati membri riconoscono che non vi può essere sviluppo sostenibile senza pace, né pace senza sviluppo sostenibile. Un ruolo essenziale nel conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile è così esplicitamente affidato alla pace, alla giustizia e alle istituzioni responsabili. La promozione di società pacifiche, eque e inclusive, fondate su sistemi di giustizia corretti e solidi, libere dalla criminalità e dalla violenza costituisce la vera base nella lotta alla povertà e alle disuguaglianze, e contribuisce al contempo al rafforzamento della stabilità, alla crescita economica e alla tutela dell’ambiente.
L’obiettivo 16 assume inoltre particolare rilievo poiché, per la prima volta nell’agenda per lo sviluppo dell’ONU, si fa riferimento alla lotta contro i flussi finanziari illeciti. Questo in particolare nell’indicatore 16.1.4 che definisce la volontà a livello mondiale di ridurre in modo significativo i flussi finanziari illeciti e il traffico illegale di armi, di rafforzare il recupero e la restituzione dei beni sottratti e di combattere tutte le forme di criminalità organizzata entro il 2030.
Tuttavia, data la complessità nel misurare l’entità di questi fenomeni criminali e i progressi ottenuti nel contrastarli, l’indicatore 16.1.4 è considerato un “indicatore orfano” per il quale metodologie o norme sancite a livello internazionale non sono ancora disponibili, ma sono attualmente (o saranno) in fase di sviluppo o di prova. La prima sfida deriva dalla mancanza di consenso sulle basi concettuali. Tutti convengono nel far ricadere l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro, la manipolazione commerciali, il finanziamento del terrorismo, il traffico di droghe e altre azioni illecite nella categoria ricoperta dai flussi finanziari illeciti. E tuttavia, vi sono pratiche di evasione fiscale che, per quanto legali, sono piuttosto discutibili e rappresentano di fatto le questioni più controverse del dibattito attuale.
Il secondo ostacolo alla concezione e alla messa in atto di politiche efficaci per contrastare i flussi finanziari illeciti è legato all’assenza di strumenti metodologici adeguati in grado di quantificarli. I modelli empirici finora impiegati per valutare la portata e le conseguenze economiche dei flussi finanziari illeciti suscitano tuttora dubbi e la necessità di definire misure adeguate per poter valutare e monitorare l’entità e gli effetti dei flussi finanziari illeciti è sempre più avvertita.
In questo scenario, l’iniziativa che viene realizzata grazie al sostegno di Compagnia di San Paolo, mira all’individuazione di una definizione dei flussi finanziari illeciti che sia condivisibile a livello mondiale.
L’UNICRI, in stretta collaborazione con altri organismi dell’ONU, sta contribuendo alla messa a punto di approcci innovativi che consentano di misurare adeguatamente l’Obiettivo 16. In questo contesto, l’Istituto ha preso parte alla consultazione di esperti organizzata dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Drimine (UNODC) e dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), che si è tenuta a Vienna dal 12 al 14 dicembre.
L’obiettivo del progetto dell’UNICRI è quello di promuovere la realizzazione dell’obiettivo 16 attraverso la creazione di nuove conoscenze e di nuovi strumenti che consentano di misurare i flussi finanziari illeciti e di valutarne l’impatto sulla pace, la giustizia e lo sviluppo.