Il 28 giugno, i 193 membri dell’Assemblea Generale, hanno eletto la Svezia, la Bolivia e il Kazakistan come membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza a partire dal 1 gennaio 2017. Le votazioni per l’ultimo seggio vacante però, non hanno espresso un chiaro vincitore. Difatti, l’Italia e i Paesi Bassi hanno ricevuto 95 voti a testa senza quindi raggiungere il quorum previsto di 128 voti (2/3 dei voti del totale dei paesi presenti alla sessione dell’Assemblea Generale).
Il Consiglio di Sicurezza è formato da un totale di 15 membri. I 5 membri permanenti sono Cina, Russia, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna e hanno il potere di veto sulle decisioni del Consiglio. I 10 seggi non permanenti sono assegnati secondo uno schema di rotazione fissato dall’Assemblea Generale nel 1963, al fine di garantire una rappresentanza proporzionale delle diverse parti del mondo: cinque seggi sono assegnati agli stati africani e asiatici; uno all’Europa dell’Est; due agli stati latino-americani e due dal gruppo dell’Europa Occidentale e altri Stati.
Per quest’ultimo gruppo, i paesi che hanno ottenuto il seggio sono la Svezia, l’Italia e i Paesi Bassi. la. Gli altri membri eletti sono l’Etiopia (unico paese candidato per il gruppo dell’Africa), la Bolivia (per l’America Latina e Caraibi) e il Kazakistan per l’area asiatica.
Il mandato dei membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza ha una durata di due anni. In seguito a un incontro tra il Ministro degli Esteri dei Paesi Bassi Bert Koenders, il Ministro degli Esteri dell’Italia Paolo Gentiloni e il Presidente dell’Assemblea Generale, Mogens Lykketoft, è stato deciso che nel 2017 l’Italia sarà membro non permanente, mentre i Paesi Bassi avrànno il seggio nel 2018.
“Con questa proposta vogliamo passare un messaggio di unità di due Paesi Europei e abbiamo preso spunto da una parità perfetta, 95 a 95 nell’ultimo voto” ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a New York affermando inoltre che l’Italia collaborerà con l’Olanda anche nel 2018.
Per il nostro paese significa riconquistare un seggio ottenuto già sei volte nel principale organo internazionale responsabile del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. È quindi un importante traguardo, in particolare per il ruolo geopolitico strategico che riveste l’Italia, sia per ciò che concerne il fenomeno migratorio, sia nel mantenimento della sicurezza e dell’equilibrio del Mediteranneo e del Nord-Africa.