Questo numero della rivista Freedom From Fear (F3) si concentra sulla giustizia internazionale, ma non solo. Gli autori affrontano anche molti altri temi di primaria importanza come il flusso multi-miliardario che finanzia il commercio illecito, l’eticità della confisca civile, la migrazione; il dialogo interreligioso e la resilienza dei giovani nell’affrontare l’estremismo violento; e l’Obiettivo 16 dell’Agenda ONU 2030.
L’attenzione che il numero dedica alla giustizia mira a ribadire che giustizia e diritti umani non sono valori artificiali definiti da diversi contesti e culture. La giustizia è la cartina di tornasole per valutare il benessere di una comunità e la condotta dei suoi governanti. Nel corso dei secoli, le società più avanzate erano quelle che si sforzavano di sviluppare sistemi di giustizia che riflettessero valori e virtù, obblighi politici e morali. Queste erano le società dove uguali diritti, pace e coesione sociale erano centrali. Al contrario, la storia getta un’ombra ignominiosa su coloro che hanno costruito imperi fondati sulla violenza e l’iniquità. Per quest’ultimi, la giustizia non era altro che un’architettura di regole strumentale a giustificare repressione e guerre. Troppi dittatori hanno usato la legge per calpestare i diritti umani, mantenere lo status quo e imporre regimi di terrore.
La giustizia non è relativa a fini e obiettivi, ma è una variabile indipendente, obiettiva e non arbitraria. La giustizia è l’unico diritto umano innato che abbiamo come agenti razionali uguali, ed è il diritto di seguire liberamente la nostra stessa volontà fintanto che è compatibile con la libertà di tutti gli altri, in conformità con una legge universale.
Oggi vediamo persone scomparire, imprigionate senza un equo processo, sfruttate, private dei propri diritti, messe a tacere e dimenticate. Oggi affrontiamo rischi senza frontiere che minacciano la sopravvivenza della specie umana: dai cambiamenti climatici al terrorismo e all’uso improprio delle nuove tecnologie. Come membri della comunità internazionali, abbiamo sviluppato strumenti quali i trattati, le convenzioni, i tribunali e i meccanismi per rafforzare lo stato di diritto, il coordinamento e l’assistenza reciproca. Ma nonostante ciò, in troppi luoghi, i vecchi paradigmi e le concezioni regressive della società impediscono un vero progresso verso valori e principi universali.
La Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e i Tribunali Internazionali sono tra le più importanti conquiste del XX secolo. Nonostante i progressi del presente, le atrocità commesse in molti paesi nel nome di principi che violano palesemente i diritti umani richiedono che la giustizia internazionale sia rafforzata. La giustizia non può essere ridotta a un’opportunistico strumento pragmatico e la comunità globale, insieme ai suoi Stati Membri, deve riconoscere la necessità di rafforzare un modello culturale comune per sostenere l’idea universale di giustizia.
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