Italia Goal 16: procedimenti civili troppo lunghi, rafforzare la cultura della legalità

6 novembre 2018 – Passi avanti per la giustizia, anche per l’efficienza del sistema penale. Tra le proposte dell’ASviS, educare alla lotta alla mafia fin dall’età scolare e stilare un codice di condotta a livello politico e amministrativo.

Il Rapporto ASviS 2018 registra per il Goal 16 in Italia una situazione fondamentalmente statica nel 2016 rispetto al 2010. Infatti, dopo un’iniziale peggioramento, dal 2014 si registra un significativo miglioramento grazie alla riduzione della durata media dei procedimenti civili, che nel 2016 in Valle D’Aosta raggiunge il valore più basso. Tuttavia, nonostante questo miglioramento riscontrato negli ultimi anni, rimane comunque molto elevata la durata media per l’espletamento dei procedimenti civili dei tribunali ordinari (445 giorni di media nel 2017).

A livello normativo sono stati fatti alcuni passi avanti in materia di giustizia. In particolare, alcuni decreti attuativi della legge 23 giugno 2017 n. 103 (nota come “riforma Orlando”) intervengono sul sistema della giustizia con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema penale. Per la lotta alla corruzione si segnala la legge sul whistleblowing (Legge 30 novembre 2017, n.179), la quale tutela i lavoratori che segnalano e denunciano condotte illecite.

Per rafforzare la cultura della legalità, l’ASviS propone di educare ad essa e alla lotta alla mafia fin dall’età scolare, stilare un codice comune di condotta a livello politico e amministrativo per prevenire l’insorgere di fenomeni corruttivi e di favoreggiamento alle mafie, nonché ampliare l’utilizzo del rating di legalità (in attuazione dei principi del nuovo Codice degli Appalti), rivedendone in parte il sistema di funzionamento, in modo che possa effettivamente diventare uno strumento utile per prevenire l’insorgere e la diffusione della corruzione in occasione di bandi e gare relative a opere pubbliche e infrastrutturali.

L’indicatore composito per l’Italia

L’indicatore composito del Goal 16 elaborato dall’ASviS per l’Italia segnala che la situazione nel 2016, rispetto al 2010, è rimasta fondamentalmente statica. Si registra una tendenza negativa fino al 2014, seguita da un notevole miglioramento dovuto alla significativa riduzione della durata media dei procedimenti civili.

Le regioni italiane e il Goal 16

Il Goal 16, rispetto alla media dell’Italia nel 2010, mostra una situazione diversificata per le regioni italiane. La regione che registra il livello più alto è la Valle D’Aosta grazie alla durata dei procedimenti civili che nel 2016 si attestava a 102 giorni rispetto a una media nazionale di 460 giorni. La Calabria segnala l’incremento più forte trainato dalla diminuzione del tasso di omicidi per ogni 100mila abitanti, passato da 3,1 nel 2010 a 1,1 nel 2016. Al contrario, la Sicilia peggiora la propria situazione a causa dell’aumento della percentuale di detenuti in attesa di primo giudizio, passato dal 18,5% nel 2010 al 23,8% nel 2016 contro una media nazionale del 17,1%.

Il resoconto degli ultimi 12 mesi

Nel 2016 sono state uccise in Italia 400 persone (0,7 ogni 100mila abitanti, uno dei valori più bassi dell’Ue): il tasso di omicidi a danno di uomini si riduce nel corso degli anni (da 1,3 nel 2010 a 0,9 nel 2016), mentre per le donne il dato rimane stabile a 0,5 ogni 100mila. Aumenta la percentuale (dal 59,6% del 2009 al 60,6% del 2016) dei cittadini che si sentono al sicuro quando camminano al buio nella zona dove vivono, anche se il dato rimane ancora inferiore a quello del 2002 (64,6%). Nonostante il miglioramento riscontrato negli ultimi anni, rimane molto elevata la durata media per l’espletamento dei procedimenti civili dei tribunali ordinari (445 giorni di media nel 2017).

Significativo il numero di reati, incrementato negli ultimi mesi, di razzismo e xenofobia. L’associazione Lunaria, con il Rapporto “Cronache di ordinario razzismo”, ha conteggiato 1.483 episodi razzisti dal 2015 al 2017, di cui 1.197 casi di violenza verbale, 84 di violenza fisica e 11 episodi mortali, mentre l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri e che ha competenza di casi di discriminazioni senza rilevanza penale, ha giudicato nel 2016 pertinenti 2.652 delle 2.939 istruttorie aperte. La Legge 20.11.2017 n.167 recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea” ha inserito i reati di razzismo e xenofobia quale presupposto della responsabilità ex art. 25 terdecies del D.Lgs 231/2001. Pertanto, ai sensi dell’art. 3 comma 3 bis della legge 3.10.1975 n. 654, come modificato dalla predetta Legge Europea, viene sanzionata penalmente la propaganda, ovvero l’istigazione e l’incitamento, commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, qualora si fondino in tutto o in parte sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra.

Con riferimento al Target 16.3 (promozione dello stato di diritto a livello nazionale e internazionale e  parità di accesso alla giustizia per tutti) sono da rilevare alcuni decreti attuativi della legge 23 giugno 2017, n. 103 (nota come “riforma Orlando”), che intervengono sul sistema della giustizia con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema penale in materia di giusto processo, regime di procedibilità per alcuni reati e affermazione del principio della riserva di codice (Decreti Legislativi n. 21 del 1° marzo 2018 e n. 36 del 10 aprile 2018).

Rispetto al Target 16.4 (ridurre in modo significativo i flussi finanziari illeciti, rafforzare il recupero e la restituzione dei beni rubati e combattere tutte le forme di criminalità organizzata) si registra l’adozione della “Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni e delle aziende confiscati alla criminalità organizzata” di febbraio 2018, redatta dal Dipartimento delle politiche di coesione della presidenza del Consiglio e dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in attuazione della Legge di bilancio 2017. Inoltre, la legge n. 161 del 17 ottobre 2017 ha modificato il c.d. Codice antimafia, sia incidendo sulla materia delle misure di prevenzione e della gestione dei beni sequestrati e confiscati, sia estendendo l’applicabilità delle suddette misure alle organizzazioni corruttive, e più precisamente alle associazioni di cui all’art. 416 cod. pen. ove finalizzate a commettere taluni reati contro la pubblica amministrazione.

In merito al Target 16.5, relativamente alla pervasività di organizzazioni criminali e diffusione di fenomeni corruttivi, sono da citare positivamente le misure messe in atto per ridurre l’incidenza dei fenomeni corruttivi nell’alveo della recente legge sul whistleblowing (Legge 30 novembre 2017, n.179), la quale tutela i lavoratori che segnalano e denunciano condotte illecite sia in caso di rapporto di lavoro pubblico che privato “nell’interesse dell’integrità della pubblica amministrazione”, svolgendo un ruolo significativo in termini di prevenzione e accertamento del fenomeno corruttivo.

Molto rilevante rispetto al Target 16.10 (garantire l’accesso del pubblico alle informazioni e proteggere le libertà fondamentali, in conformità con la legislazione nazionale e con gli accordi internazionali) è l’impatto del Regolamento UE 2016/67 in materia di protezione dei dati personali (Gdpr, General data protection regulation), divenuto pienamente operativo in tutti gli Stati Membri dell’Unione europea il 25 maggio 2018. Gli scopi del trattamento dei dati personali devono ora essere definiti con maggiore dettaglio e accuratezza alla luce del nuovo testo, che chiarisce l’assenza di un rapporto di contraddizione tra i valori di trasparenza e di tutela dei dati personali.

Le proposte dell’ASviS

Il capitale sociale, indispensabile per trasformare il sistema socio-economico verso lo sviluppo sostenibile, dipende anche dalla qualità delle istituzioni, in grado di generare quei “servizi sociosistemici” che alimentano e sostengono il benessere sociale. In questo ambito, la cultura della legalità è fondamentale per assicurare tali servizi, mentre la corruzione ha un impatto negativo su molti aspetti fondamentali della vita collettiva e individuale. Occorre, quindi:

  • continuare a sensibilizzare ed educare alla legalità e alla lotta alla mafia, fornendo gli strumenti cognitivi più adatti per conoscere e interpretare la complessità del fenomeno già in età scolare;
  • creare gruppi di lavoro trasversali e informali tra amministrazioni e organizzazioni della società civile per facilitare lo scambio di informazioni e la consapevolezza di un principio di responsabilità diffusa alla legalità, divulgando, analizzando e attuando le diverse normative anticorruzione sia di rango primario che secondario;
  • diffondere e promuovere buone prassi di responsabilità sociale e di impegno civico per contrastare antivalori quali l’omertà, la collusione e l’opacità;
  • stilare un codice comune di condotta a livello politico e amministrativo, in grado di prevenire l’insorgere di fenomeni corruttivi e di favoreggiamento alle mafie, presidiando le campagne elettorali;
  • in attuazione dei principi del nuovo Codice degli Appalti, ampliare l’utilizzo del rating di legalità, rivedendone in parte il sistema di funzionamento, in modo che possa effettivamente diventare uno strumento utile per prevenire l’insorgere e la diffusione della corruzione, anche tra privati, in occasione di bandi e gare relative a opere pubbliche e infrastrutturali;
  • attuare con decisione la Legge 199/2016 sul contrasto al caporalato (fenomeno criminale che lede giustizia sociale, dignità e diritti) sia a livello preventivo, tramite specifiche premialità, sia rendendo operativa ed efficiente la cabina di regia tra le diverse commissioni territoriali.

Fonte: Asvis