26 aprile 1986, ore 01:23 di notte, un test di sicurezza del reattore numero 4 della centrale nucleare Lenin, situata nel comune di Pripyat’, nell’attuale Ucraina a circa 100 km da Kiev, fallisce. In una manciata di istanti un’esplosione chimica rilascia nell’atmosfera quasi 520 pericolosi radionuclidi. Secondo i rapporti ufficiali, trentuno persone muoiono immediatamente. 600.000 lavoratori, coinvolti nelle operazioni di spegnimento degli incendi e di bonifica, sono esposti ad alte dosi di radiazioni, come altri 8.400.000 di persone tra Bielorussia, Russia e Ucraina. Circa 155.000 kmq di territorio sono contaminati. Secondo la World Nuclear Association, il disastro di Chernobyl ha causato il “più grande rilascio radioattivo incontrollato nell’ambiente mai registrato per qualsiasi operazione civile”. Quello della centrale di Chernobyl è stato il primo incidente nucleare a essere classificato come livello 7, il massimo della scala Ines degli incidenti nucleari. Secondo le stime dell’Onu i morti sono stati 4000 tra decessi immediati e state vittime di tumori e leucemie correlate al disastro. Ambientalisti ed esperti, tuttavia, parlano di centinaia di migliaia di malati e decine di migliaia di morti. L’impatto ambientale del disastro del 1986 è stato devastante e il livello di contaminazione ha superato di 200 volte quello provocato dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
Il 26 aprile di ogni anno si osserva la Giornata Internazionale della Memoria del Disastro di Chernobyl per aumentare la consapevolezza sulle conseguenze del disastro nucleare che ha avuto luogo lo stesso giorno nel 1986. Oggi, mentre la guerra imperversa nei territori ucraini e da meno di un mese i soldati russi hanno abbandonato l’impianto contaminato – occupato dal 24 febbraio, primo giorno di guerra – commemorare il 26 aprile risulta, come ribadisce l’ONU, più che mai importante.
Dall’esplosione al perenne monito: le Nazioni Unite a Chernobyl
L’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986 ha provocato una nube radioattiva su gran parte dell’ex Unione Sovietica, tuttavia, il governo ha richiesto assistenza internazionale solo nel 1990. In quello stesso anno l’Assemblea Generale ha adottato la risoluzione 45/190 domandando “cooperazione internazionale per affrontare e mitigare le conseguenze della centrale nucleare di Chernobyl”. Questo momento segna l’inizio del coinvolgimento dell’ONU nel recupero di Chernobyl. Una Task Force Inter-Agency è stata creata per coordinare la cooperazione in loco. Nel 1991 è stato creato il Chernobyl Trust Fund – attualmente sotto la gestione dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA). Dal 1986, la famiglia di organizzazioni dell’ONU e le principali ONG hanno lanciato più di 230 diversi progetti di ricerca e assistenza nei settori della salute, della sicurezza nucleare, della riabilitazione, dell’ambiente, della produzione di alimenti puliti e dell’informazione. Nel 2002 le Nazioni Unite hanno annunciato un cambiamento nella strategia a Chernobyl, con nuova attenzione ad un approccio di sviluppo a lungo termine. L’UNDP e i suoi uffici regionali nei tre paesi colpiti hanno assunto la guida nell’attuazione della nuova strategia. Nel 2009 l’ONU ha lanciato l’International Chernobyl Research and Information Network (ICRIN).
L’8 dicembre 2016, infine, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che designa il 26 aprile come Giornata Internazionale della Memoria del Disastro di Chernoby, constando che tre decenni dopo il disastro rimangono persistenti gravi conseguenze a lungo termine e che le comunità e i territori colpiti vivono continue criticità correlate alla catastrofe nucleare.
L’IAEA in missione a Chernobyl il 26 aprile 2022
Il 26 aprile 2022, 36° anniversario della catastrofe nucleare, la delegazione dell’IAEA – l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica – guidata dal suo direttore generale, Rafael Mariano Grossi, torna a Chernobyl. Le vicende belliche sul sito del disastro hanno generato una serie di criticità e preoccupazioni con la sospensione – durante il periodo di occupazione russa- delle comunicazioni, dello scambio di dati dai sistemi di salvaguardia, della normale alimentazione elettrica del sito e, soprattutto – sottolinea l’Agenzia per il Nucleare delle Nazioni Unite – con la mancanza di rotazione del personale che ha amplificato lo stress per i lavoratori che svolgono importanti compiti relativi alla sicurezza. «La presenza dell’IAEA a Chernobyl – spiega Grossi – sarà di fondamentale importanza per le attività di sostegno all’Ucraina nel tentativo di ripristinare il controllo normativo dell’impianto e garantire il suo funzionamento sicuro. Sarà seguita da altre missioni in questo e in altri impianti del Paese nucleari nelle prossime settimane».Un compito prioritario per gli esperti a Chernobyl sarà il ripristino delle attrezzature di monitoraggio per la sicurezza che l’agenzia utilizza per fornire alla comunità internazionale garanzia che i materiali nucleari non vengano deviati da usi civili a militar: la trasmissione dei dati da telecamere e apparecchiature di registrazione all’interno degli edifici dell’impianto si è interrotta durante il periodo di occupazione. «Non vedo l’ora di poter parlare con il personale e di esprimere la mia profonda gratitudine per tutto ciò che hanno realizzato in condizioni così immensamente stressanti e difficili – ha ribadito Grossi – hanno passato più di quanto possiamo immaginare, e meritano il nostro pieno rispetto e la nostra ammirazione per aver preservato la sicurezza del sito nonostante la terribile situazione. L’IAEA conosce Chernobyl molto bene. Questa conoscenza, unita alla nostra esperienza in materia di sicurezza nucleare, sicurezza e salvaguardia, ci permette di stabilire rapidamente ed esattamente cosa deve essere fatto, e come e dove».
UNICRI e la mitigazione del rischio Chimico, biologico, radiologico e nucleare (CBRN)
Ricordare la catastrofe di Chernobyl non significa solo piangerne il tragico esito, ma soprattutto informare ed educare alla mitigazione dei rischi collegati alle attività nucleari. UNICRI, è da sempre impegnata nello sviluppo di una strategia efficace per mitigare i rischi CBRN di origine criminale, accidentale o naturale attraverso strategie cooperazione e coordinamento tra diverse agenzie nazionali, paesi e organizzazioni internazionali e regionali. La mancanza di armonizzazione della preparazione nazionale e la frammentazione delle responsabilità all’interno della rete regionale o internazionale – spiega l’Istituto – possono ridurre l’efficacia delle strategie di prevenzione e causare ritardi nella risposta durante le situazioni di crisi. Per tali ragioni UNICRI sostiene lo sviluppo di un approccio CBRN integrato che incorpora tutte le componenti internazionali, regionali e nazionali in una strategia comune. In linea con questa visione, UNICRI, con il supporto tecnico dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA), l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), l’Unità di supporto all’attuazione della Convenzione sulle armi biologiche (ISU BWC), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Interpol, Europol e l’Organizzazione mondiale delle dogane (WCO) ha lanciato nel 2004 il Programma di governance della sicurezza e mitigazione del rischio CBRN.
L’Unione Europea ha inoltre istituito centri regionali di eccellenza CBRN CoE con l’obiettivo di sostenere i paesi e le regioni partner nel rafforzare la mitigazione del rischio CBRN e una governance della sicurezza per tutti i rischi. L’iniziativa è guidata dal Servizio della Commissione Europea per gli Strumenti di Politica Estera (FPI) in stretto coordinamento con il Servizio Europeo di Azione Esterna (SEAE). Il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (JRC) fornisce supporto tecnico ai Paesi Partner, mentre l’Istituto Interregionale di Ricerca sul Crimine e la Giustizia delle Nazioni Unite (UNICRI) assicura una cooperazione nazionale, regionale e internazionale coerente ed efficace.
UNICRI è anche responsabile del programma CONTACT che mira a consolidare le capacità delle forze dell’ordine e delle agenzie di sicurezza nella pianificazione ed esecuzione di operazioni volte a contrastare i tentativi di traffico radiologico e nucleare. Il primo progetto CONTACT è stato avviato in Medio Oriente, con il contributo di Global Affairs Canada. Nel 2020, UNICRI ha dato il via a “CONTACT – Black Sea”, finanziato da DSA – Norwegian Radiation and Nuclear Safety Authority, UK BEIS – United Kingdom Department for Business, Energy & Industrial Strategy e DTRA- Defense Threat Reduction Agency degli Stati Uniti.
Per ricordare Chernobyl
Il 26 aprile 2022, a partire dalle ore 15:00, si terrà il lancio del 2022 Global Assessment Report on Disaster Risk Reduction delle Nazioni Unite. Il rapporto metterà in evidenza come l’attività umana sia direttamente responsabile di un numero crescente di disastri nel mondo. “Transforming Governance for a Resilient Future”, esamina l’impatto della riduzione del rischio di disastri e la misura in cui il rischio è sottovalutato, mettendo in pericolo i guadagni sociali ed economici globali. Il rapporto sarà lanciato a nome del sistema delle Nazioni Unite da Amina J. Mohammed, vicesegretario generale delle Nazioni Unite, e moderato da Mami Mizutori, rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di disastri.
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Oggi, 26 aprile, a partire dalle ore 20:00, la Scottish CND organizza “Anniversary of the Chernobyl Disaster: Nuclear Threats & Risks Now”, evento online per commemorare il disastro di Chernobyl. Partecipano all’incontro il Dr. Ian Fairlie, consulente indipendente sulla radioattività e Almut Rochowanski, attivista indipendente che ha trascorso molti anni lavorando nell’ex Unione Sovietica, in Ucraina e Russia, occupandosi di conflitti e sviluppo della società civile.
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A questo link, è possibile visitare virtualmente Pripyat’ e la centrale di Chernobyl attraverso una piattaforma interattiva a 360°, con informazioni dettagliate sugli avvenimenti e i luoghi del disastro.
A questo link, è invece possibile trovare una lista di film e documentari da vedere in occasione della Giornata in ricordo del disastro di Chernobyl.