Giornata della Memoria per tutte le vittime dei conflitti chimici – 30 novembre

Come ricordato dalla Direttrice di UNICRI, Antonia Marie De Meo, nella premessa alla Guida dei pubblici ministeri ai reati chimici e biologici, troppo spesso agenti chimici nocivi sono stati usati deliberatamente per danneggiare la salute e la sicurezza degli esseri umani e dell’ambiente circostante. Negli anni ’80, l’utilizzo di gas mostarda sui civili della città di Halabja, nel nord dell’Iraq, ripetuto a Damasco circa 25 anni dopo, ha scioccato la comunità internazionale, così come la deliberata dispersione dell’agente nervino Sarin nella metropolitana di Tokyo da parte del gruppo di culto nazionale Aum Shinrikyo nel 1995 e la distribuzione di lettere contenenti spore biologiche di antrace inviate negli Stati Uniti nel 2001.

Più recentemente, tra il 2013 e il 2017, la comunità internazionale ha nuovamente assistito all’utilizzo di armi chimiche su obiettivi civili, come nel caso di conflitti aperti in Iraq e Siria. Allo stesso modo, nel 2017, casi di utilizzo deliberato di sostanze chimiche tossiche all’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur ed altri agenti chimici nel Regno Unito hanno confermato la necessità di aumentare la consapevolezza e le competenze relative alle indagini e al perseguimento dei crimini chimici e biologici, nonché l’attenzione rivolta alle vittime di tali atrocità.

Cos’è la Giornata della Memoria per tutte le vittime dei conflitti chimici?

La Conferenza degli Stati parti della Convenzione sulle armi chimiche, nella sua ventesima sessione del 2015, ha dichiarato il 30 novembre di ogni anno o, in caso si ritenesse più appropriato, il primo giorno della sessione ordinaria della Conferenza, come Giornata della Memoria per tutte le vittime dei conflitti chimici.

Questa commemorazione offre l’opportunità alla comunità internazionale di rendere omaggio alle vittime delle armi chimiche, nonché di riaffermare l’impegno delle Nazioni Unite per la proibizione delle stesse (OPCW), così da promuovere obiettivi di pace, sicurezza e multilateralismo. A questo proposito, la Convenzione sulle armi chimiche (CWC), adottata nel 1993 ed entrata in vigore il 29 aprile 1997, stabilisce che, “per il bene di tutta l’umanità, [sia necessario] escludere completamente la possibilità dell’uso di armi chimiche” (Preambolo). La terza Conferenza di revisione degli Stati parti della Convenzione, tenutasi dall’8 al 19 aprile 2013 all’Aia, nei Paesi Bassi, ha infatti adottato all’unanimità una dichiarazione politica che conferma l'”impegno inequivocabile” degli Stati parti al divieto globale delle armi chimiche e una revisione completa dell’attuazione della CWC dall’ultima Conferenza di revisione del 2008.

Ciò detto, è importante considerare che gli sforzi internazionali per raggiungere il disarmo chimico, culminati nella conclusione della Convenzione, sono in realtà iniziati più di un secolo fa. Le armi chimiche sono infatti state utilizzate su vasta scala durante la Prima guerra mondiale, provocando oltre 100.000 morti e un milione di vittime. Tuttavia, gli stessi tipi di arsenali non furono utilizzati sul campo di battaglia in Europa durante la Seconda guerra mondiale. Con l’avvento del dibattito sul nucleare, diversi paesi hanno gradualmente riconosciuto il valore marginale limitato dell’avere armi chimiche nei loro arsenali a fronte della minaccia rappresentata dalla disponibilità e dalla proliferazione di tali armi, tanto da auspicarne un divieto generale.

Gli Stati parti hanno inoltre istituito l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche “per raggiungere l’oggetto e lo scopo di questa Convenzione, per garantire l’attuazione delle sue disposizioni, comprese quelle per la verifica internazionale del rispetto di essa, e per fornire un forum per consultazione e cooperazione tra gli Stati Parti” (Articolo VIII). La missione dell’OPCW è infatti quella di attuare le disposizioni della Convenzione sulle armi chimiche per realizzare la visione di un mondo libero dalle armi chimiche e dalla minaccia del loro uso, e in cui la chimica è usata per la pace, il progresso e la prosperità. Oggi, gli Stati membri dell’OPCW rappresentano circa il 98% della popolazione mondiale e della massa continentale, nonché il 98% dell’industria chimica mondiale. Nel 2013, il premio Nobel per la pace è stato assegnato all’OPCW “per i suoi ampi sforzi per eliminare le armi chimiche”.

Nel 2018, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha inoltre lanciato Securing our Common Future: An Agenda for Disarmament, delineando una visione sulle azioni di disarmo necessarie ad impostare il nostro mondo su un percorso diretto verso pace e sicurezza sostenibili per tutti. Una delle azioni dell’Agenda include l’impegno del Segretario Generale e dei membri del Consiglio di Sicurezza al fine di costruire una nuova leadership per ripristinare il rispetto della norma globale contro le armi chimiche.

Le iniziative di UNICRI

UNICRI, in stretta collaborazione con i suoi partner internazionali e le parti interessate, ha identificato la necessità di promuovere l’orientamento al disarmo chimico globale. A tal fine, nel 2022 l’Istituto ha riunito esperti internazionali e regionali con esperienza rilevante nel settore CBRN per sviluppare la Guida dei pubblici ministeri ai crimini chimici e biologici. Questa guida mira a fornire alle forze dell’ordine, ai pubblici ministeri e alle agenzie investigative competenti una guida per sostenere il successo del perseguimento di incidenti che comportano l’acquisizione, lo stoccaggio, la produzione, il trasferimento o l’uso deliberati di un agente chimico o biologico. Si tratta di un documento di orientamento di alto livello non vincolante con considerazioni su elementi chiave associati all’uso deliberato di agenti chimici-biologici e l’impatto di questi elementi sul processo giudiziario. Questa guida ha come scopo quello di costruire la consapevolezza di base da cui possono essere sviluppate e implementate ulteriori fasi, compresa la formazione pratica dei pubblici ministeri.

Sempre quest’anno, UNICRI, in collaborazione con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), ha organizzato un simposio sulle donne nella chimica, tenutosi presso il campus delle Nazioni Unite a Torino, dal 9 al 10 novembre. Il tema del simposio di quest’anno è stato quello di “identificare le opportunità per la diversità di genere nella sicurezza chimica”. Il simposio ha evidenziato gli importanti contributi delle donne agli usi pacifici della chimica e ha esaminato alcune delle sfide che queste devono affrontare. I partecipanti hanno potuto contribuire allo sviluppo della solidarietà e della cooperazione internazionale sulla questione, discutendo le opportunità di sviluppo professionale per le donne nel settore della chimica. Durante il simposio è stato lanciato un compendio delle migliori pratiche sull’impegno e il progresso delle donne nella sicurezza e protezione chimica. Il Compendio è il risultato di una ricerca finanziata dall’UE, condotta congiuntamente da OPCW e UNICRI, volta a identificare le migliori pratiche nel reclutamento, formazione e promozione delle donne nel settore della chimica. All’evento hanno partecipato 44 esperti provenienti da autorità governative, laboratori e università di 28 Stati membri dell’OPCW: Albania, Argentina, Armenia, Azerbaigian, Brasile, Bulgaria, Croazia, Ghana, Italia, Giordania, Kenya, Lussemburgo, Madagascar, Mauritius, Marocco, Nigeria, Filippine, Polonia, Romania, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Sri Lanka, Tagikistan, Tanzania, Uganda, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e Zimbabwe.

Per garantire un futuro senza armi chimiche, risulta essenziale quindi la necessità di proteggere, rafforzare ed estendere la norma della loro avversione sancita dalla Convenzione sulle armi chimiche. Questa disposizione globale non è tuttavia solo un accordo legale, ma anche una dichiarazione morale sull’esigenza di garantire la protezione della dignità umana. È quindi fondamentale offrire forte sostegno a iniziative che rendano omaggio alla memoria delle vittime e sostengano la dignità dei sopravvissuti.

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FONTI: UN, UNICRI, OPCW;

FOTO: S.E. Ambasciatore Fernando Arias, Direttore Generale dell’OPCW, visita il Belgio in occasione della Giornata della Memoria