Il 15 gennaio è stata presentata la nuova iniziativa congiunta AIFA – Ministero della Salute dal titolo “Accesso ai farmaci, un diritto umano”.
Alla presentazione del progetto, svoltasi presso l’Auditorium “Cosimo Piccinno” del Ministero, hanno partecipato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il Presidente e il Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Mario Melazzini e Luca Pani, nonchè i rappresentanti di enti e organizzazioni con una lunga tradizione nel campo dell’assistenza sanitaria e sociale: Concetta Mirisola, Direttore Generale Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà, Marco Malinverno, Direttore Generale Banco Farmaceutico Fondazione Onlus e Francesco Rocca, Presidente Nazionale Croce Rossa Italiana.
Il progetto, lanciato in occasione della “Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2016” nell’Anno del Giubileo della Misericordia, ha una priorità strategica poichè, come sostiene Mario Melazzini, evidenzia la connessione fortissima tra il diritto alla salute, sancito anche dall’Articolo 32 della Costituzione Italiana, ed i diritti umani fondamentali. Esso fonda sul principio non discriminatorio per cui l’accesso alle cure farmacologiche è un diritto inalienabile della persona, a prescindere dal suo status giuridico e dalle condizioni socio-economiche. L’AIFA fa proprio il dovere di proteggere la salute di ogni persona e chiarisce le modalità con cui i migranti possono accedere ai farmaci, garantendone il corretto uso, e fornisce così una risposta concreta ad un bisogno e ad un diritto fondamentale.
La sinergia strategica tra l’AIFA ed il Ministero della Salute intende ampliare lo studio e la ricerca sugli effetti dei farmaci nelle popolazioni vulnerabili e con bisogni speciali: le donne, gli anziani, i bambini, i disabili ed anche i migranti. Questa popolazione speciale di pazienti necessita, quindi, di un approccio terapeutico mirato ed olistico. L’obbligo di solidarietà deve essere maggiore nell’anno del Giubileo.
Il primo obiettivo è di raccogliere e sistematizzare le informazioni disponibili sul profilo di salute dei migranti arrivati in Italia, sulle patologie identificate e sui trattamenti ricevuti nel corso della loro permanenza. Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a cui si deve il nome del progetto, afferma: “Questa iniziativa dell’AIFA riguarda un tema su cui il Ministero è particolarmente sensibile e attivo: l’assistenza ai migranti. La possibilità di avere a disposizione un database con una cartella clinica che accompagni la storia del migrante e possa essere veicolata su tutto il territorio europeo è un’ulteriore risorsa che il nostro Paese mette a servizio della salute pubblica, della solidarietà e della sicurezza”.
In questa occasione, il Ministro ricorda l’impegno dell’Italia nella prevenzione e nella cura delle popolazioni migranti, che giungono nel nostro Paese affrontando viaggi molto pericolosi, che mettono a serio rischio la loro salute e la vita stessa.
Durante l’operazione Mare Nostrum sono state vaccinate 100.000 persone, affinchè queste fossero idonee alla circolazione anche in altri Paesi ed al contatto con le persone. Questo dato è importante e va ricordato ai partner europei.
Nell’ambito dell’iniziativa, sul portale istituzionale dell’Agenzia Italiana del Farmaco è attiva una nuova sezione, in italiano e inglese, all’interno dello spazio “Rapporti internazionali”, che conterrà tutti gli aggiornamenti relativi ai diritti umani in campo internazionale e alle news per i pazienti.
Il Ministro Lorenzin, infine, evidenzia la valenza culturale, etica, sociale e sanitaria del progetto. Un ulteriore obiettivo è la creazione di un network per lo scambio di informazioni che coinvolga, oltreché AIFA e Ministero, le principali istituzioni ed organizzazioni attive nel campo dell’assistenza sanitario-farmacologica ai migranti, per rendere possibile l’acquisizione e l’analisi di dati da utilizzare in ambito regolatorio, ad esempio per il monitoraggio dell’appropriatezza delle prescrizioni e dell’aderenza alle terapie in questa categoria di pazienti.
Nella creazione della rete resta centrale la collaborazione con il Banco del Farmaco, che opera dal 2000 grazie alle donazioni di enti caritatevoli in un’ottica sussidiaria. Ad esso si rivolgono non solo le popolazioni migranti ma anche molti italiani.
I dati registrati tra il 2008 e il 2014 mostrano infatti che il numero di migranti è diminuito, mentre è aumentato quello degli italiani che si trovano in condizioni svantaggiate e non possono far fronte al bisogno di cure mediche e farmaci.