27 novembre 2018 – “Migrazioni, spostamenti forzati ed educazione”, questo il titolo della traduzione in italiano della sintesi del Rapporto Mondiale di Monitoraggio dell’educazione appena pubblicato dall’Unesco e presentato il 27 novembre all’Accademia dei Lincei.
Con queste parole, Audrey Azoulay, Direttore Generale dell’UNESCO, introduce il Rapporto nella Prefazione:
“Le persone si sono sempre spostate da un luogo all’altro, alla ricerca di migliori opportunità o in fuga dai pericoli. Questi movimenti possono produrre un impatto significativo sui sistemi educativi. Il Rapporto mondiale di monitoraggio dell’educazione (Global Education Monitoring Report) del 2019 è il primo documento del genere a esaminare queste tematiche in maniera approfondita in tutte le aree geografiche del mondo.
Il rapporto è stato redatto in un momento opportuno, in concomitanza con la conclusione da parte della comunità internazionale dei negoziati su due importanti patti di portata globale: il Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare (Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration) e il Patto globale sui rifugiati (Global Compact on Refugees). Questi accordi senza precedenti, assieme agli impegni sull’educazione internazionale incorporati nel quarto Obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, evidenziano l’importanza della gestione delle esigenze educative dei migranti e delle persone coinvolte negli spostamenti forzati. Il Rapporto GEM rappresenta un punto di riferimento essenziale per i politici responsabili della realizzazione delle nostre ambizioni.
Le leggi e le politiche attualmente in vigore negano i diritti e ignorano le esigenze dei figli di migranti e rifugiati. I migranti, i rifugiati e gli sfollati interni sono tra le persone più vulnerabili al mondo e includono gli abitanti delle baraccopoli, i migranti stagionali che cercano di tirare avanti e i bambini detenuti. A queste persone viene spesso negato l’ingresso nelle scuole, nonostante ciò rappresenti un rifugio sicuro e la promessa di un futuro migliore.
Ignorare le esigenze educative dei migranti significa dilapidare enormi potenzialità umane. A causa di semplici formalità burocratiche, mancanza di dati o sistemi non coordinati tra loro, molte persone restano intrappolate in un limbo amministrativo. Eppure investire nell’educazione di migranti e rifugiati talentuosi e motivati può contribuire alla crescita e allo sviluppo economico, non solo nei paesi ospitanti, ma anche in quelli di origine.
L’accesso all’educazione, da solo, non è sufficiente. L’ambiente scolastico deve essere in grado di adattarsi alle esigenze specifiche delle persone che abbandonano la propria terra. Consentire a immigrati e rifugiati di studiare nelle stesse scuole delle popolazioni ospitanti è un punto di partenza importante per la coesione sociale. Tuttavia, le modalità e la lingua in cui vengono impartite le lezioni, oltre alla discriminazione, possono allontanare gli immigrati e i rifugiati.
La presenza di docenti qualificati è essenziale per garantire l’inclusione dei bambini immigrati e rifugiati. Tuttavia, tali docenti devono disporre del supporto adeguato per la gestione di classi multilingue e multiculturali, che includono spesso studenti con particolari bisogni psicosociali.
Un altro aspetto essenziale è la possibilità di contare su un programma didattico efficiente, in grado di promuovere le diversità, sviluppare le abilità principali, sfidare i pregiudizi e creare effetti positivi anche al di fuori dei muri scolastici. A volte, i libri di testi includono descrizioni obsolete dei flussi migratori, compromettendo gli sforzi a favore dell’inclusione. Molti programmi di studi non presentano la flessibilità necessaria per adattarsi agli stili di vita delle persone in costante migrazione.
L’accesso all’educazione e l’inclusione nei sistemi educativi richiedono investimenti che molti Paesi ospitanti non possono sostenere da soli. Gli attuali aiuti umanitari non sono in grado di soddisfare le esigenze dei bambini, oltre a risultare spesso limitati e poco chiari. Il nuovo fondo Education Cannot Wait è un meccanismo importante per raggiungere alcune tra le persone più vulnerabili.
Il messaggio di questo rapporto è chiaro: investire nell’educazione delle persone costrette ad abbandonare la propria terra rappresenta la differenza tra un cammino che conduce alla frustrazione e al malcontento e un cammino che porta alla coesione e alla pace.”
Fonte: UNESCO
Il rassunto del Rapporto in italiano qui