Giornata mondiale della giustizia sociale

La Giornata mondiale della giustizia sociale di quest’anno si celebra in un contesto di grande incertezza a livello globale. La crisi economica generata dalla pandemia del Coronavirus (COVID-19) ha avuto un impatto devastante sul mondo del lavoro, esacerbando le disuguaglianze e mettendo a repentaglio l’obiettivo della giustizia sociale. In questo contesto, l’OIL riafferma l’importanza di non ripetere gli errori del passato e di forgiare la ripresa e la resilienza verso un “nuovo normale” che permetta di realizzare la giustizia sociale e disegnare un mondo nuovo, più sostenibile e inclusivo e che non lasci indietro nessuno. 

Il progresso economico e sociale realizzato negli ultimi decenni, l’impatto della globalizzazione e le trasformazioni in corso nel mondo del lavoro hanno prodotto notevoli benefici ma anche diseguaglianze all’interno dei e tra i paesi, come pure tra diversi gruppi di lavoratori e cittadini. Le stime dell’OIL evidenziano che — già prima della pandemia — erano circa 190 milioni le persone disoccupate, di cui 64,8 milioni erano giovani. Relativamente alla qualità del lavoro, circa 300 milioni di persone vivevano in condizioni di povertà estrema, guadagnando meno dell’equivalente di 1,90 dollari al giorno in un contesto nel quale 2 dei 3,3 miliardi di lavoratori nel mondo erano impegnate in attività di sopravvivenza nell’economia informale senza voce, diritti e protezione sociale. 

In aggiunta a queste sfide, la crisi innescata dal COVID-19 nel 2020 ha causato la perdita di circa l’8,8 per cento delle ore lavorate a livello mondiale che corrisponde a circa 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. In Italia, i dati che derivano dalla nota ISTAT sulle tendenze dell’occupazione per il terzo trimestre 2020  evidenziano che l’anno scorso l’occupazione è diminuita di circa 426.000 unità. A pagare lo scotto più alto sono le donne, i giovani e i lavoratori più vulnerabili.
Il tema della Giornata mondiale di quest’anno é “Un appello per la giustizia sociale nell’economia digitale”. Negli ultimi dieci anni, l’espansione della connettività a banda larga, del cloud computing e dei dati ha portato alla proliferazione di piattaforme digitali, che sono penetrate in numerosi settori dell’economia e della società. Dall’inizio del 2020, le conseguenze della pandemia COVID-19 hanno portato alla crescita esponenziale del telelavoro, consentendo la continuazione di molte attività aziendali e, allo stesso tempo, rafforzando ulteriormente la crescita dell’economia digitale. Non tutti i lavoratori hanno tuttavia avuto uguale accesso al telelavoro a causa del tipo di lavoro ma anche divario digitale esistente. Nel mondo, solo il 53,6 per cento delle famiglie ha accesso a Internet mentre nei paesi ad economia emergente la percentuale d’accesso è solo del 15 per cento. Se gestito sotto il controllo delle persone, il progresso tecnologico può accrescere il lavoro dignitoso e realizzare i principi di equità e sostenibilità per le generazioni di oggi e per quelle future.La Dichiarazione del Centenario sul Futuro del lavoro  dell’OIL chiede agli Stati di mettere le aspirazioni di tutti i lavoratori e le lavoratrici al centro delle politiche economiche, sociali e ambientali.

Promuovere una ripresa inclusiva e sostenibile significa combattere l’ingiustizia sociale. “Se vogliamo costruire un futuro del lavoro migliore e non riprodurre il gli errori del passato, le politiche per la ripresa e la resilienza devono essere incentrate sulla persona”, afferma il Direttore dell’Ufficio OIL per l’Italia e San Marino, Gianni Rosas. “Di fondamentale importanza sono le politiche economiche espansive, incluse quelle degli investimenti e fiscali. Sono inoltre necessarie delle strategie nazionali per la promozione del lavoro dignitoso per donne e giovani per i quali esistono, già da ora, delle chiare indicazioni dell’impatto occupazionale sproporzionatamente negativo dovuto alla crisi attuale. Per una ripresa sostenibile e resiliente, é necessario rinnovare il contratto sociale con il pieno coinvolgimento di governi, rappresentanze datoriali e sindacati. E’ infine necessario instaurare il dialogo tra governi e attori sociali per definire le azioni necessarie per superare il divario digitale, fornire opportunità di lavoro dignitoso e proteggere i diritti dei lavoratori nell’era moderna delle tecnologie digitali”, ha concluso Rosas.

Fonte: OIL – Roma