“Fighting Environmental Crime in Europe. An Assessment of Trends, Players and Action”
IAI pubblica un nuovo report sui crimini ambientali in Europa

Martedì 30 maggio – Pubblicato “Fighting Environmental Crime in Europe. An Assessment of Trends, Players and Action”, il nuovo rapporto dell’Istituto Affari Internazionali che offre una valutazione completa dei crimini ambientali nell’Ue-27 da molteplici punti di vista: tipologie di reato, trend e impatto stimato, forze di polizia e altri soggetti coinvolti, gli ostacoli per un “enforcement” efficace e recenti sviluppi politici e tecnologici.

I reati ambientali sono una delle maggiori minacce non solo per gli ecosistemi e le specie protette, ma anche per l’economia e la società. Le stime dell’Interpol e UNEP hanno registrato un aumento di questi crimini del 5% nel decennio 2010-2020.

Gli attacchi all’ambiente mettono a rischio l’integrità di territori e comunità, danneggiando le aziende e gli individui che lavorano e vivono in modo sostenibile, e minacciando l’esistenza stessa di habitat fragili e protetti. Si tratta di un problema globale: il traffico di rifiuti, il commercio illegale di legname, le frodi sulle emissioni e altri reati vecchi e nuovi sono in aumento in tutto il mondo; alcune situazioni ricevono maggiore attenzione come il disboscamento illegale in Amazzonia, il bracconaggio dei rinoceronti, altre meno, come il bracconaggio degli uccelli nell’Africa subsahariana o il disboscamento illegale in Siberia, spiegano gli autori del report.

L’alto valore dei flussi di commercio illecito, come quello di rifiuti pericolosi o di specie in via di estinzione, le basse sanzioni e gli ostacoli alle indagini internazionali hanno portato anche ad una crescente infiltrazione della criminalità organizzata.  La mancanza di una definizione comune – si spiega nel documento – impedisce però alle autorità, in particolare ai responsabili politici e alla magistratura, di comprendere che i reati ambientali non sono crimini isolati, ma fanno parte di un fenomeno fortemente interconnesso e di fornire una risposta adeguata.

L’Unione Europea – affermano i ricercatori IAI – è uno dei punti focali di queste preoccupanti tendenze; in quanto principale blocco economico e commerciale del mondo, l’UE è una delle principali destinazioni o snodi di transito per il commercio illegale legato ai crimini ambientali. Le risorse naturali uniche di Stati membri come la Romania o la Polonia e la significativa domanda di smaltimento di rifiuti a basso costo in Paesi come l’Italia o la Germania rendono l’Europa un teatro attraente per i trafficanti.

Il rapporto delinea il quadro generale dei crimini ambientali in Europa come una minaccia complessa, in aumento e già critica che, nonostante la crescente attenzione da parte dei politici e delle agenzie di controllo, manca ancora di un’azione efficace, coerente e integrata.

Nei prossimi anni si prevede un’ulteriore crescita dei regolamenti e del bilancio in materia ambientale: un’adeguata applicazione delle norme e, in generale, una struttura completa per contrastare i reati ambientali saranno fondamentali per il successo dell’UE e del suo Green Deal. In caso di successo, questo sistema europeo potrebbe diventare un modello per molte altre regioni del mondo; una leadership di esempio che l’UE ha già sviluppato in altri settori, in particolare l’azione per il clima, e che potrebbe essere replicata.

Il tempo per affrontare questi problemi  – suggerisce il report  – si sta rapidamente esaurendo. Considerando l’estrema fragilità dell’ambiente europeo e globale, dovuta in particolare ai cambiamenti climatici, alla distruzione degli habitat e all’inquinamento dell’aria, del suolo e della terra, l’impatto dei crimini ambientali può rappresentare un punto di non ritorno per alcuni degli ecosistemi e delle specie più preziose in Europa, dalle foreste primordiali nell’Europa orientale e settentrionale, alle zone umide e ai fiumi.

Il rapporto include schede paese dedicate agli Stati membri dell’Ue-27 e a Europol, Eurojust e Frontex. Gli autori – Lorenzo Colantoni, Giulia Sofia Sarno, Margherita Bianchi – hanno lavorato per oltre due anni, raccogliendo dati, di interviste e analisi, sviluppando e applicando una metodologia originale al fine di ovviare alle scarse informazioni disponibili sul tema dei crimini ambientali in Europa. Questo lavoro pone le basi per un nuovo approccio globale ai crimini ambientali, considerandoli non come un mosaico frammentato di questioni e attori diversi, ma come un fenomeno complesso che richiede un’azione comune e coerente.

Per leggere il rapporto completo, cliccare qui.

FONTE: IAI

FOTO: Mauricio Angelo Thomson Reuters