COMUNICATO STAMPA – AL VIA LA CAMPAGNA “LA SCUOLA SALVA LA VITA”

14 Settembre. Nel mondo un minore in età scolare su cinque è escluso dal sistema scolastico. Sono 124 milioni i bambini tra i 6 e i 14 anni che non possono andare a scuola, per la maggioranza concentrati in paesi afflitti da guerre, violenze, disastri naturali o fenomeni di povertà estrema.

Con l’obiettivo 4 dell’Agenda Globale 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile i paesi firmatari si sono impegnati a “fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti” eppure, come registra l’UNESCO, dal 2012 il numero di minori fuori dal sistema scolastico è rimasto immutato. Anzi, in alcuni paesi è tornato a crescere.

Con la Campagna “La scuola salva la vita”, INTERSOS si propone di informare e sensibilizzare sull’importanza dell’educazione per i bambini in contesti di emergenza affinché possano ricevere le conoscenze necessarie per costruire in maniera dignitosa il proprio futuro.

Durante un’emergenza l’instabilità e la scarsità di risorse inducono la popolazione a concentrarsi esclusivamente sulla sopravvivenza e sul quotidiano e spesso la scuola viene interrotta. In tali situazioni in realtà, l’accesso all’istruzione, non solo adempie a un diritto che è di ogni bambino in qualunque contesto, ma offre protezione a vari livelli perché la scuola, in quanto ambiente sicuro, protegge l’integrità fisica e l’equilibrio psicologico dei bambini, restituisce loro un senso di stabilità e normalità grazie alla routine delle lezioni, può insegnare come gestire il rischio usando un linguaggio adeguato e comprensibile, e rappresentare una via di fuga da forme di sfruttamento come il lavoro minorile e il commercio sessuale.

“L’Educazione in Emergenza è una componente fondamentale dell’approccio multisettoriale alla protezione che caratterizza il nostro intervento nei paesi nei quali operiamo” ha dichiarato Kostas Moschocoritis, Segretario Generale di INTERSOS. “Non soltanto è un diritto ma è anche una priorità dell’intervento umanitario, perché fornisce una protezione fisica e psicosociale che può contribuire a salvare vite umane in situazioni di conflitti, violenze, sfollamenti forzati e disastri naturali.

Alcuni esempi dell’intervento di INTERSOS

 SUD SUDAN

È il paese al mondo con il più alto numero di minori fuori dal sistema scolastico. Il tasso di descolarizzazione dei bambini che dovrebbero frequentare la scuola primaria in alcune aree, come lo Unity State, particolarmente colpite dal conflitto degli ultimi anni, raggiunge il 90%.

INTERSOS lavora negli Stati di Jonglei, Unity, Upper Nile, Western Equatoria e Central Equatoria con programmi di protezione dell’infanzia e di istruzione primaria e secondaria per il reinserimento dei bambini nel sistema scolastico e per la ricostruzione/ristrutturazione delle scuole. Nel 2017 abbiamo ristrutturato o reso nuovamente agibili 92 scuole e garantito l’accesso all’educazione per 96427 minori.

IRAQ

Come la Siria, l’Iraq rappresenta l’esempio di un paese con un sistema scolastico precedentemente sviluppato nel quale la guerra rischia di lasciare un’intera generazione senza istruzione. In particolare INTERSOS rivolge il suo intervento a bambini e bambine costretti a vivere nei campi sfollati del governatorato di Ninawa, a seguito della battaglia per il controllo di Mosul. Proseguendo il lavoro iniziato ancora a battaglia in corso con l’attivazione di Temporary Learning Spaces nei campi di Nimrod e Salamiya, l’intervento ha l’obiettivo di garantire la continuità del percorso di apprendimento per i minori sfollati.

Nel governatorato di Ninawa, secondo i dati UNHCR, risiedono ancora oltre 600mila sfollati di cui circa il 40% minori (oltre 200mila). Il 30% delle donne e il 12% degli uomini sono analfabeti.

SOMALIA

Il grave e cronico conflitto interno che ha colpito la Somalia negli ultimi due decenni ha portato al collasso delle strutture statali, incapaci di offrire servizi minimi alla popolazione. Nel 2017, attraverso l’intervento di INTERSOS, oltre 15.000 minori hanno potuto accedere all’istruzione di base.

Un caso particolare riguarda gli ex bambini soldato. Sono migliaia i bambini strappati alle loro famiglie e costretti a imbracciare un’arma. Un abuso che, anche quando non lascia segni sul corpo, espone i minori a traumi psichici difficili da sanare. Il Vocational Training Centre di INTERSOS, a Baidoa, nel sud della Somalia, aiuta gli ex  bambini soldato a riprendere una vita normale, dando loro la possibilità di imparare un mestiere che li renderà indipendenti.

Per informazioni

Stefania Donaera – Ufficio Stampa INTERSOS – stefania.donaera@intersos.org cell 3474881330

 

Stefania Donaera
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