La Francia presiederà e ospiterà la 21 esima Conferenza delle Parti alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP21/CMP11), dal 30 Novembre all’11 Dicembre 2015. La Conferenza è determinante poichè il risultato che si attende è un nuovo accordo internazionale sul cambiamento climatico, applicabile a tutti, per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C.
Negoziati sul clima fino ad oggi
La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC) è stata adottata nel corso del vertice della Terra di Rio de Janeiro nel 1992. Questa Convenzione Quadro è una convenzione universale di principio, che riconosce l’esistenza di cambiamenti climatici di origine antropica (indotti dall’uomo) e attribuisce ai paesi industrializzati gran parte della responsabilità per affrontare il problema.
L’adozione del Protocollo di Kyoto al Summit della Terra a Rio de Janeiro in Brasile nel 1992 è stata una pietra miliare nei negoziati internazionali per affrontare il cambiamento climatico.
Per la prima volta, sono stati fissati obiettivi di riduzione di emissioni di gas serra per i paesi industrializzati. Il protocollo, entrato in vigore nel 2005, era destinato a coprire il periodo 2008-2012.
Una visione più a lungo termine è stata introdotta dal Piano di Azione di Bali nel 2007 che ha fissato le scadenze per le negoziazioni per raggiungere un accordo subentrante al Protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2012. Ci si aspettava di raggiungere un accordo entro Dicembre 2009.
Sebbene Copenhagen, Danimarca, non ha comportato l’adozione di un accordo, COP15/CMP5 ha riconosciuto l’obiettivo comune di mantenere l’innalzamento della temperatura globale al di sotto dei 2°C.
Inoltre, i paesi industrializzati si sono impegnati per raccogliere 100 miliardi all’anno entro il 2020 per assistere i paesi in via di sviluppo nella mitigazione e nell’adattamento al clima. Cancun, in Messico, nel 2010 ha reso l’obiettivo dei 2°C più tangibile stabilendo importanti istituzioni su alcuni punti essenziali come il Fondo verde per il clima.
La volontà di agire congiuntamente si è riflessa nella creazione, nel 2001, della Piattaforma di Durban per un’azione rafforzata (PDA), che ha il mandato di portare tutti i Paesi, sia quelli industrializzati sia quelli in via di sviluppo, a sviluppare “un protocollo, un altro strumento giuridico o un risultato condiviso che abbia forza legale” applicabile a tutti gli Stati parti della convenzione UNFCCC. Questo accordo dovrebbe essere adottato nel 2015 e implementato nel 2020.
Nell’attesa che verrà implementato un accordo multilaterale giuridicamente vincolante nel 2020, la Conferenza di Doha (Qatar) che si è tenuta nel 2012, ha stabilito un secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto (2013-2020), ratificato da diversi paesi industrializzati, e che ha concluso il tracciato di Bali.
Le Conferenze sui cambiamenti climatici a Varsavia, in Polonia nel 2013, e a Lima in Perù nel 2014, hanno permesso di registrare notevoli progressi verso la COP21 di Parigi del 2015.
Tutti gli Stati sono stati invitati a presentare i loro Contributi determinati a livello nazionale (INDCs) per ridurre le emissioni di gas serra prima della COP21.
Un anno di negoziazioni
Al fine di raggiungere un nuovo accordo universale sul clima valido per tutti, i delegati dei 195 Stati Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC), hanno tenuto incontri periodici per progredire nella stesura del testo che verrà votato a Parigi a Dicembre.
Nel corso della prima sessione dei negoziati, dall’8 al 13 Febbraio a Ginevra (Svizzera), hanno lavorato basandosi sul lavoro svolto durante la COP20 a Lima (Perù), dal 1 al 4 Dicembre 2014. Dopo una settimana di lavoro, i delegati hanno convenuto un testo di 86 pagine che sarebbe servito da base per le Quattro sessioni seguenti. L’ultima sessione si è tenuta dal 19 al 23 Ottobre a Bonn (Germania), sede della UNFCCC. I 1300 delegati hanno terminato il testo che verrà discusso alla COP21.
Parallelamente al processo di negoziazione, il Ministro degli Affari Esteri e dello Sviluppo Internazionale francese, futuro presidente della COP21, Laurent Fabius, ha tenuto due tornate di consultazioni ministeriali informali, nel mese di Luglio e Settembre, a Parigi. L’obiettivo di queste sessioni di lavoro è stato quello di raggiungere dei compromessi per procedere con i negoziati. Ad ognuno di questi incontri hanno partecipato più di 50 ministri. Quest’anno di negoziati è stato caratterizzato dalla pubblicazione, il 7 Ottobre, dell’informativa finanziaria sul clima dell’OECD e del gruppo di riflessione in materia di clima.
Secondo questo report, nel 2014 sono stati raccolti 62 miliardi dai paesi industrializzati per aiutare i paesi in via di sviluppo a far fronte al cambiamento climatico. Questa notizia ha mostrato che l’impegno di raccogliere 100 miliardi all’anno entro il 2020, sottoscritto dai paesi industrializzati a Copenaghen nel 2009, è raggiungibile.
Oltre all’aspetto finanziario, un altro aspetto importante è stata la pubblicazione della relazione di sintesi dell’UNFCCC sui contributi nazionali il 30 Ottobre. I Paesi hanno avuto tempo fino al 1 Ottobre per pubblicare le loro tabelle di Marcia sulle loro politiche per la riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) se dovevano essere incluse nel rapporto di sintesi.
L’UNFCCC ha studiato l’impatto di 146 contributi nazionali.
Allo stato attuale, il percorso delle emissioni globali di gas serra sulla base dei contributi pubblicati, significherebbe che per il 2030 ci staremmo per avvicinare ad un incremento di 3°, ossia tra 2,7° e 3,5°entro la fine del secolo.
Lo scenario più pessimistico, con un aumento di 4,5° o addirittura di 6° che corrisponde all’attuale andamento delle emissioni, e che fino ad ora era considerato dagli scenziati lo scenario più plausibile, è poco probabile. Grazie a questi contributi, l’obiettivo dei 2°entro il 2100 può essere raggiunto, a patto che il processo venga accelerato.
Una delle sfide dell’accordo di Parigi sarà quella di stabilire un meccanismo di revisione periodico – idealmente ogni cinque anni – per accrescere l’ambizione di ciascuna Parte, e progressivamente perfezionare il nostro percorso collettivo.
L’ultima tappa prima della COP21 è stata la pre-COP, dall’8 al 10 Novembre a Parigi. Oltre 60 Ministri da tutto il mondo hanno risposto all’invito del Ministro degli Esteri e dello Sviluppo Internazionale Laurent Fabius per la pre-COP, che è stata la più grande e produttiva riunione nella storia dell’UNFCCC. Questi tre giorni di lavoro sono serviti a raggiungere progressi importanti in vista di Parigi.
Alla vigilia della Conferenza sul clima di Parigi, COP21, il Segretario Generale Ban Ki-moon sollecita tutti i Paesi e tutti i settori della società ad agire adesso per raggiungere un nuovo accordo universale sul clima.
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