Il caso della tredicenne ebrea Liliana Segre, in fuga dalla persecuzione nazista e respinta alla frontiera svizzera di Arzo nel dicembre del 1943 insieme al padre Alberto, scuote ancora oggi le coscienze. “La condanna a morte di mio padre e dei due anziani cugini che ci accompagnavano”, scriverà un giorno la Segre, “venne pronunciata da quell’ufficiale svizzero che ci disprezzò e rifiutò di accoglierci. I nazisti ad Auschwitz si limiteranno a metterla in pratica”. Liliana Segre sopravviverà ed è oggi uno degli ultimi testimoni viventi dell’orrore di Auschwitz.
Come è possibile che a quella stessa frontiera dove migliaia di ebrei italiani trovarono la salvezza, per altri venne deciso il respingimento? Quanti furono gli accolti e quanti i respinti? E la popolazione come reagì di fronte al dramma di questi uomini e donne in fuga? A quasi 80 anni da quei fatti, in occasione della Giornata della Memoria, il documentario racconta cosa successe ad Arzo in quei fatidici mesi dell’autunno del 1943.
Una serata che non potrà che lasciare con sentimenti contrastanti, arricchita dalla presenza in studio di Bruna Cases, che all’età di nove anni nell’autunno del 1943 venne invece accolta alla dogana di Stabio, di Giorgio Sacerdoti, presidente del Centro di documentazione ebraica contemporanea CDEC di Milano, e dello storico Adriano Bazzocco.
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