L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) è il principale organo politico decisionale dell’Organizzazione. Comprendendo tutti gli Stati Membri, offre uno spazio di confronto unico per discussioni multilaterali su ogni tema globale che sia trattato dallo Statuto delle Nazioni Unite. Ognuno dei 193 Stati Membri ha un voto di egual valore.
L’Assemblea Generale si occupa anche di prendere decisioni chiave per l’organizzazione, come la nomina del Segretario Generale su raccomandazione del Consiglio di Sicurezza, l’elezione dei membri non-permanenti del Consiglio di Sicurezza stesso, e l’approvazione del budget delle Nazioni Unite.
L’Assemblea si riunisce in sessioni regolari da settembre a dicembre di ogni anno, e successivamente ogni qual volta sia richiesto. Durante le sessioni si discutono argomenti specifici tramite temi e sotto-temi all’ordine del giorno, che conducono, in conclusione, all’adozione di specifiche risoluzioni. Nell’ottica della crisi pandemica di Covid-19, l’Assemblea Generale ha portato avanti i suoi lavori dal 2020 tramite mezzi digitali innovativi, al fine di garantire continuità al proprio operato e mitigare la diffusione del contagio. Esempi in tal senso includono l’uso di piattaforme virtuali per la conduzione degli incontri e l’adozione di processi di e-voting ove necessario.
Il tema del Dibattito Generale di quest’anno è “Building resilience through hope – to recover from COVID-19, rebuild sustainably, respond to the needs of the planet, respect the rights of people, and revitalize the United Nations”.
Il tema scelto rispecchia la necessità riconosciuta dalle Nazioni Unite di sollecitare un sempre maggiore e ambizioso impegno a livello globale verso la sconfitta della pandemia, assicurando contestualmente una ripresa equa e sostenibile, con lo scopo di accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
La scelta che ora si pone di fronte alla Comunità Internazionale è cruciale: da un lato la possibilità di assicurare un rinnovamento complessivo dell’economia globale, promuovendo nuovi modelli di sviluppo che possano assicurare benessere economico, sociale ed ambientale, e rischiando dall’altro di perseguire i vecchi schemi distruttivi di sfruttamento delle risorse umane ed ambientali.
In tal senso l’uscita dalla pandemia rappresenta la nostra più grande sfida ma anche la nostra più grande opportunità, al fine di tracciare una nuova rotta verso la prosperità collettiva e una più efficace cooperazione internazionale.
La pandemia però non è la sola sfida che il mondo sta affrontando. Razzismo, intolleranza, disuguaglianze, cambiamento climatico, fame, conflitti armati e molti altri mali rimangono sfide di ordine globale. Tali sfide invocano un’azione internazionale coordinata, e l’Assemblea Generale rappresenta, in questo senso, un’opportunità cruciale per tutte le parti coinvolte di agire insieme e tracciare un percorso per il futuro. In quest’ottica, la settimana di discussioni che sta per iniziare vedrà un’agendaricca di spunti, con particolare attenzione alla promozione di una crescita economica e di uno sviluppo sostenibili, all’opera di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, e alla promozione dei diritti umani e degli aiuti umanitari alle regioni più vulnerabili.
Riportiamo le parole del Segretario Generale, António Guterres, che durante un’intervistarilasciata a UN News in vista dell’inizio dei lavori dell’Assemblea, ha riaffermato la necessità di un piano equo per la vaccinazione globale, senza il quale, il rischio è una proliferazione di varianti: “il giorno in cui il virus sarà resistente alla attuali inoculazioni, e quel giorno, nessuno sarà al sicuro, al Sud e al Nord, nemmeno in quei paesi dove tutti sono vaccinati”.
Sull’Afghanistan poi, il Segretario ha definito la situazione “imprevedibile”, avvertendo che “Ciò che è accaduto in Afghanistan, può incoraggiare ora, gruppi terroristici o altri movimenti ribelli a diventare più aggressivi”.
Sul finale, Guterres ha tenuto poi a sottolineare la grave situazione legata al riscaldamento climatico, affermando che il mondo “si trova sull’orlo dell’abisso” e chiedendo a tutti gli Stati Membri di convertire la prossima Conferenza ONU sul Clima, la COP26, in un successo.
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