Nasce una nuova inedita collaborazione fra la maggiore delle Ong italiane che lavora nelle emergenze, Intersos, e la redazione dell’Atlante dei Conflitti e delle Guerre nel Mondo, giunta al suo decennale di vita. Il protocollo d’intesa fra le due organizzazioni prevede l’avvio di diverse attività comuni, sul sito, sulla pubblicazione annuale cartacea, ma anche su altre iniziative che copriranno la stagione 2019-2020.
Una sinergia importante per entrambe le realtà, che diventa fattiva da subito e che si concretizzerà, fin dalle prossime settimane, in un arricchimento di notizie sul sito e nella prossima edizione (la nona) dell’Atlante cartaceo, già in preparazione, che sarà pubblicato nel prossimo settembre.
Intersos, unica del nostro Paese a occuparsi in modo specialistico ed esclusivo di emergenze, è presente in 18 Paesi, che sono altrettante crisi belliche e umanitarie fra le più gravi del pianeta. Questa peculiare caratteristica dell’organizzazione non governativa rende facilmente comprensibile il fatto che fosse quasi naturale che L’Atlante e Intersos si cercassero e si incontrassero: il sito e l’edizione cartacea dell’Atlante si occupano, di fatto, di tutti i Paesi nei quali opera l’Ong.
«La collaborazione», spiega Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante, «non fa che rendere sistematico e strutturato un flusso informativo di cui, da un lato, Intersos aveva già un ingente patrimonio e un enorme potenziale da offrire: i suoi operatori sono là, sul terreno, nelle situazioni di tensione, di crisi umanitaria, di guerra aperta. Sono testimoni diretti e “voce” potenziale di ciò che sta accadendo. Non solo: ma il loro punto di vista ideale sugli accadimenti è proprio quello dell’Atlante, ossia lo sguardo sui conflitti e sulle emergenze del pianeta con un’attenzione prioritaria verso chi questi conflitti e queste emergenze subisce, alle vittime, agli sfollati, ai civili che vedono la loro vita stravolta da eventi che non hanno voluto né deciso; inoltre, è comune la volontà di raccontarli con l’ottica di chi si batte perché questi conflitti e queste emergenze non vi siano più. L’Atlante scrive delle guerre perché un giorno l’Atlante non sia più necessario. Anche raccontare l’insensatezza e le atrocità dei conflitti può e deve aiutare a costruire una cultura di pace».
«Oltre alle ragioni ideali, poi», sottolinea Crocco, «la collaborazione con Intersos rappresenta per la redazione dell’Atlante un passo ulteriore per rendere più solida ed efficace la struttura che lavora per rendere il sito più ricco e tempestivo e la pubblicazione cartacea più completa e di qualità. Quindi un connubio dalle grandi prospettive e potenzialità».
«Intersos è estremamente contenta di questa collaborazione», commenta Kostantinos Moschochoritis, segretario generale della Ong italiana. «L’Atlante delle guerre è una realtà che ci è sempre piaciuta e che abbiamo seguito con attenzione fin dalla nascita dieci anni fa (conservo ancora nel nostro archivio la prima edizione). È sempre stata una pubblicazione molto bella e importante. Da parte nostra cercavamo da tempo un “veicolo” attraverso il quale far passare il nostro messaggio. Sentivamo l’esigenza di un appuntamento annuale che potesse essere insieme di sensibilizzazione, culturale, di approfondimento. Non abbiamo avuto necessità di crearlo, perché l’Atlante esisteva già. Aggregarci al suo team e collaborarvi è la scelta più vincente ed efficace. È una sinergia molto naturale».
«Da parte nostra e d’ora in avanti», conclude Moschochoritis, «c’è la volontà e l’impegno di dare il nostro umile contributo. Lavoriamo ogni giorno nelle più grandi e gravi crisi belliche e umanitarie. La nostra caratteristica è essere in prima linea. Crediamo perciò di poter fornire notizie e informazioni utili, sia al sito che alla pubblicazione annuale, ad arricchire e rendere più completa la trattazione delle schede conflitto, degli approfondimenti, dei reportage. Crediamo che sia particolarmente importante in questo momento storico, di grande crisi valoriale. Supportare questo strumento, offrendo il nostro piccolo contributo e la testimonianza di ciò che i nostri operatori vedono e vivono sul terreno crediamo sia un elemento molto positivo. Non vogliamo fare da soli. Vogliamo fare questo con altri, che già lo fanno e lo sanno fare bene».
Fonte: Intersos