La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia (IDAHOBIT) si celebra dal 2004, ogni 17 maggio. Questa data ricorda la rimozione dell’omossessualità dalla classificazione internazionale delle malattie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Era il 17 del 1990 e, a distanza di 30 anni, le persone con diversi orientamenti sessuali, identità di genere, espressioni di genere e caratteristiche sessuali continuano a subire forme di abuso ed esclusione pervasive.
La giornata internazionale vuole richiamare l’attenzione a livello mondiale sulle violenze e le discriminazioni subite da lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTIQ).
Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), milioni di persone LGBTIQ devono confrontarsi con sfide continue nel loro quotidiano. Sono 69 i paesi che considerano un reato l’omosessualità, mentre le persone transgender sono soggette a punizioni in almeno 26 paesi.
La pandemia COVID-19 sta provocando livelli di discriminazione e violenza sproporzionati, questo soprattutto tra le mura domestiche. Molte persone LGBTQ vivono isolate e riscontrano difficoltà di accesso ai trattamenti sanitari. Anche la crisi economica si abbatte maggiormente su di loro, che spesso lavorano nei settori informali o sono disoccupati, oppure non hanno accesso al pagamento per malattia o ai sussidi di disoccupazione.
La giornata viene celebrata in 130 paesi con iniziative ed eventi. La Campagna per l’uguaglianza e l’equità delle Nazioni Unite ha realizzato un video che invita ciascuno di noi a rompere il silenzio contro le discriminazioni e gli abusi: