Intervista dell’Amb. Maurizio Massari a La Stampa

“È un centro di eccellenza, il polo dell’Onu va rilanciato”

Una missione, è il caso di dirlo, per rilanciare il polo delle Nazioni Unite a Torino. Domenica Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia all’Onu, è volato da New York a Torino. Ieri ha fatto visita al campus di viale Maestri del lavoro per alcuni bilaterali e poi ha incontrato il sindaco Stefano Lo Russo.

Nelle tre strutture delle Nazioni unite presenti in città – lo Staff College, il centro dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) e l’Istituto di ricerca contro il crimine (Unicri) – sono impiegate oltre trecento persone, la metà italiani. Come per tutti i luoghi di lavoro, la pandemia ha lasciato il segno: lo smart working è ancora in vigore e si lavora in presenza per due giorni alla settimana. «Questo è un polo della formazione di cui si parla poco, ma è di grandissima importanza – spiega Maurizio Massari –. Gli investimenti nel capitale umano che si concretizzano qui a Torino sono fondamentali per il futuro delle relazioni multilaterali a livello globale».

Il viaggio dell’Ambasciatore che rappresenta il nostro Paese al Palazzo di vetro era motivato dalla necessità di riaffermare la centralità di Torino sulla mappa dei centri Onu. Nell’agenda di Massari c’è un’idea di rilancio che si articola principalmente su tre assi: in primo luogo allargare il raggio d’azione delle materie oggetto di formazione, attingendo al “manifesto” Our common agenda enunciato dal segretario general Antonio Guterres nel settembre 2021. Poi avviare nuove sinergie con altri organismi multilaterali, l’Unione europea in primis. Infine instaurare nuovi rapporti con organizzazioni non governative, soggetti privati e società civile, anche in chiave di raccolta fondi.

A New York l’Italia può svolgere un ruolo importante in seno all’Ecosoc (Consiglio economico e sociale dell’Onu) per valorizzare il profilo del polo torinese, in particolare per quel che riguarda Staff College e Unicri. Considerando l’importanza che le città rivestono nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, Torino potrebbe fare parlare di sé per le best practices già in atto e quelle che implementerà sui temi della sostenibilità.

Massari ha poi fatto una riflessione sull’organizzazione del lavoro post-pandemia: «Tornare allo status quo ante è inimmaginabile, bisogna convivere con le attività a distanza – ha affermato –. Ma la formazione in presenza è insostituibile, specialmente per attività come le nostre».

leri l’Ambasciatore ha avuto incontri bilaterali con il vice-direttore dell’Unicri, il danese Leif Villadsen, il direttore dello staff college, l’iraniano-statunitense Jafar Javan e il dg pro tempore di llo, Giuseppe Casale. «Ho ascoltato le loro sensazioni – ha concluso – chiedendo quali sono i problemi per capire come possiamo dare una mano da New York. Con una certezza: il polo di Torino è un’eccellenza salvaguardare. 

Fonte: Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York