2 novembre 2018 – Alcuni giorni fa Guy Berger, Direttore della divisione Libertà di Espressione dell’UNESCO, ha presentato il piano d’azione nazionale e internazionale per la lotta ai crimini contro i giornalisti e all’impunità durante la Conferenza indetta da Ossigeno per l’Informazione presso il Senato della Repubblica Italiana.
Questa importante iniziativa si inquadra nelle celebrazioni della Giornata Internazionale per mettere fine all’impunità sui crimini contro i giornalisti del 2 novembre.
Dal 2006 al 2017, secondo i dati UNESCO, 1010 giornalisti sono stati uccisi. Nel 2017 sono stati 80 i professionisti dell’informazione che hanno perso la vita. Questi dati non includono, però reati quali tortura, rapimento, detenzione arbitraria, intimidazione e molestia. Rispetto agli anni precedenti, il fenomeno mostra aspetti preoccupanti. Sebbene la maggior parte dei giornalisti uccisi siano di genere maschile, sono in aumento i crimini nei confronti delle donne. Le donne sono più frequentemente vittime di abusi e molestie, soprattutto attraverso le piattaforme online. Un altro aspetto da sottolineare è che nel 2017 il 55% degli assassinii è stato compiuto fuori dalle zone di guerra. Questo dato può essere comparato con un nuovo trend globale: i temi considerati “caldi” sono ad oggi quelli che riguardano la corruzione, il traffico di esseri umani e l’illecito politico. Infine, il 31% degli omicidi è avvenuto nei paesi stati arabi, con tre casi in Europa.
Nonostante il numero di omicidi sia diminuito rispetto al 2016, il tasso di impunità risulta più alto, con l’11% di casi risolti nel 2016 e l’8% nel 2017. In media, in nove casi su dieci il crimine rimane impunito, generando, così, una spirale di illegalità che nuoce agli individui e alla collettività. Infatti, l’impunità non solo giova ai colpevoli, ma infonde nell’intera società la paura che le persone ordinarie possano correre rischi nell’esercizio delle libertà fondamentali. In aggiunta, si genera la perdita di fiducia nel sistema giudiziario e si lede il diritto di accedere a un’informazione libera, indipendente e pluralistica.
La lotta contro l’impunità per questi crimini non può essere separata dalla difesa della libertà di opinione, di espressione, di stampa e di accesso all’informazione. In assenza di queste libertà, è impossibile sviluppare una cittadinanza attiva, informata e impegnata e le basi stesse della cultura democratica vengono meno.
Dal 2013, anno di istituzione della Giornata internazionale, le Nazioni Unite hanno approvato più di 10 risoluzioni in merito, emblema di quanto il problema sia ancora presente e pressante a livello internazionale e nazionale. Un importante avanzamento è stato compiuto attraverso la stesura e approvazione del Piano di azione sulla sicurezza dei giornalisti e il problema dell’impunità del 2012 per prevenire, contrastare e monitorare i crimini contro i giornalisti. Si legge nel Piano “la sicurezza dei giornalisti e la lotta contro l’impunità richiedono meccanismi di prevenzione e azioni che affrontino le cause profonde della violenza e dell’impunità”. A questo proposito, l’approccio al problema proposto dall’UNESCO e discusso da Guy Berger nell’incontro che si è tenuto a Roma “Giornalisti minacciati, colpevoli impuniti” riconosce tre azioni (tre P) come capisaldi nella lotta all’impunità: prevenire, proteggere e perseguire. Guy Berger ha aggiunto che quest’anno alle 3 P l’UNESCO ne ha aggiunta una terza “Potere delle Persone”.
Berger ha aggiunto: “Una società che non effettua monitoraggio non comprende l’importanza dei reati contro i giornalisti e si priva dei mezzi per poterli combattere. Per questo secondo noi il monitoraggio è fondamentale”. Durante la conferenza che ha dato l’avvio alle celebrazioni della Giornata internazionale, giornalisti, politici e figure istituzionali si sono confrontati sulla situazione italiana in merito a libertà e sicurezza dei giornalisti. L’associazione Ossigeno per l’Informazione ha presentato in questa sede i suo dati rispetto all’Italia, che vengono riportati di seguito:
- nel periodo 2006-2018 sono stati 3721 i giornalisti e blogger italiani attaccati;
- nel periodo 2011-2018 sono stati 3122 gli attacchi ai giornalisti, di cui la percentuale di impunità è pari al 98,3%;
- da ottobre 2017 a ottobre 2018 si sono registrati 316 nuovi attacchi con 31 casi di punizione degli aggressori per questi e altri attacchi. In questo periodo, l’impunità tendenziale è risultata del 90,1%.
Attraverso l’hashtag #truthneverdies l’UNESCO incoraggia i governi e i cittadini a continuare i progetti per i quali i giornalisti hanno sacrificato la vita. Si tratta anche di un monito agli aggressori per comunicare che alla fine si arriverà alla verità.
L’evento principale della Giornata si terrà il 2 novembre a Beirut (Libano) e sarà dedicato al rafforzamento della cooperazione a livello regionale per fermare gli attacchi contro i giornalisti e l’impunità nel mondo arabo.Per seguire gli eventi che si tengono in vari paesi del mondo, cliccare qui.
Per leggere il messaggio completo del Direttore Generale di Unesco, Audrey Azoulay, cliccare qui.
Di seguito potete trovare il video messaggio del Segretario Generale António Guterres in occasione della Giornata.
Video Segretario Generale: https://www.youtube.com/watch?v=EyqcjuxJkhk