Dal 1980 al 2014, il numero di persone adulte affette da diabete nel mondo si è quasi quadruplicato, passando da 108 a 422 milioni. Questo dato riflette un aumento della frequenza dei fattori di rischio associati, come il sovrappeso e l’obesità. Inoltre, negli ultimi dieci anni, il diabete si è diffuso più velocemente nei paesi a basso e medio reddito, rispetto a quelli ad alto reddito.
Nel 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, attraverso la Risoluzione A/RES/61/225, ha riconosciuto il 14 novembre come Giornata Mondiale del Diabete. La Risoluzione segnalava “l’urgente necessità di proseguire gli sforzi multilaterali al fine di promuovere e migliorare la salute umana, garantendo l’accesso alle cure”. La Risoluzione ha, tra l’altro, incoraggiato gli Stati Membri a sviluppare politiche nazionali per la prevenzione, il trattamento e la cura del diabete in linea con lo sviluppo sostenibile dei sistemi di assistenza sanitaria nazionali.
Secondo il rapporto elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia l’incidenza del diabete è maggiore sugli uomini che sulle donne; in totale, l’8,5% della popolazione ne risulta affetta. Il rapporto segnala che oltre al sovrappeso e all’obesità, un altro fattore di rischio significativo è rappresentato dall’inattività fisica, che coinvolge più di un terzo dei casi. Nel rapporto si evidenzia inoltre la parziale attuazione di alcune misure che sarebbero in realtà già praticabili, quali l’elaborazione di linee guida e protocolli nazionali sul diabete basati su evidenze scientifiche. Si nota altresì l’assenza di un registro nazionale delle persone affette da diabete. L’Italia si distingue invece per una generale disponibilità delle medicine e delle tecnologie di base nelle strutture sanitarie pubbliche.
In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, segnaliamo le iniziative coordinate dall’Onlus Diabete Italia dal 7 al 14 novembre. Gli eventi saranno moltissimi su tutto il territorio italiano. Per maggiori informazioni clicca qui.
FOTO: “Raghad lives in a refugee camp in Jordan. She suffers from type 1 diabetes.” © WHO/Tania Habjouqa. UN