L’uguaglianza di genere nel 2015: un anno in rassegna

Il 2015 ha segnato il raggiungimento di traguardi importanti sull’uguaglianza di genere in tutto il mondo: il XX anniversario della Piattaforma d’Azione di Pechino, l’adozione degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, l’abolizione delle mutilazioni genitali femminili in Nigeria, la legalizzazione dei matrimoni per persone dello stesso sesso in Irlanda.

Sono queste alcune delle pietre miliari che hanno caratterizzato il 2015 nei suoi momenti più significativi.

24 Febbraio 2015 – Hollywood contro la disparità retributiva
Le celebrità del cinema denunciano il sessismo nell’industria cinematografica. Il fenomeno si rintraccia da tempo nel cliché erotizzato del femminile, secondo la rappresentazione che ne fanno diversi registi e sceneggiatori.
Già nel 2014 la Sony aveva esposto il “gender gap” tra gli attori di prima fascia di Hollywood, argomento che nel 2015 diventa ancora più caldo: alla consegna degli Oscar, Patricia Arquette porta il tema in evidenza e viene seguita di lì a poco da Charlize Theron e Jennifer Lawrence.
Allo stesso tempo, la Commissione per le Pari Opportunità Lavorative – dopo essere stata sollecitata dal Sindacato Americano per le Libertà Civili ad esaminare le pratiche di assunzione discriminatorie diffuse ad Hollywood – ha avviato in ottobre delle comunicazioni con le registe per indagare sulla discriminazione di genere.
Tuttavia, la questione retributiva va ben oltre l’industria cinematografica. Nel complesso, essa si aggira intorno al 24%.
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Per le informazioni sul divario retributivo di genere in Europa, si rimanda al Rapporto della Commissione Europea

6 Marzo 2015 – La Germania approva la legge sulle quote rosa nei CdA
La Germania approva la legislazione che prevede la presenza femminile nei Consigli, pari al 30%, nelle società quotate in borsa presenti sul territorio tedesco, che ammontano a più di cento. Nell’intera regione c’è una forte pressione sulla Commissione Europea a sostegno della legge che mira ad ottenere il riconoscimento della quota del 40% di donne come membri – senza poteri esecutivi – dei Consigli nelle società quotate in borsa, con l’eccezione delle piccole e medie imprese.
La Norvegia, Paese non membro dell’Unione Europea, fu il primo in Europa a riconoscere la quota rosa del 40% nei Consigli già nel 2003.
Per conoscere la rappresentanza femminile nei Consigli di Amministrazione delle società in alcuni Paesi europei, si rimanda al sito della Camera dei Deputati

9 Marzo 2015 – L’America Latina rafforza la lotta contro il femminicidio
Con il tasso più alto di femminicidi al mondo, l’America Latina intraprende la via dura contro gli omicidi di genere.
Il Brasile e la Columbia, in marzo l’uno ed in giugno l’altra, si uniscono ad altri 15 Paesi del Sud America per l’approvazione delle leggi sul feminicidio, che stabiliscono sentenze più dure e prevedono la fattispecie giuridica del femminicidio.
Inoltre, il Brasile diventa il primo Paese pilota – raggiunto in seguito da Equador, Perù e Messico – ad adottare formalmente il Protocollo di Indagine Latino-Americano sulle Morti Violente di Genere, uno strumento promosso da UN Women e dall’OHCHR che stabilisce le linee guida per le indagini ed i procedimenti sui femminicidi.
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5 Maggio 2015 – La Nigeria abolisce le mutilazioni genitali femminili
Jonathan Goodluck, presidente uscente della Nigeria, ha reso effettiva la legge che vieta nel Paese le mutilazioni genitali femminili, cosiddette “FGM” (female genital mutilation).
Nonostante la previsione di legge, la pratica – che non presenta alcun beneficio medico e può generare infezioni e portare persino alla morte – resta difficile da contenere poichè viene supportata dalla cultura locale.
Oggi, 133 milioni di donne e ragazze sono state sottoposte alle FGM in 29 Paesi, principalmente in Africa e in Medio Oriente, dove la pratica è più diffusa.
In ogni caso, può essere praticata ovunque. A novembre il Tribunale australiano ha condannato due donne per aver praticato la FGM nei confronti di due ragazze, costituendo un primato penale in Australia per questa fattispecie.
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22 Maggio 2015 – L’Irlanda è la prima a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso con referendum popolare
A maggio, l’Irlanda passa alla storia diventando il primo Paese al mondo a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso attraverso un referendum popolare, con più del 60% dell’elettorato votante a favore. Nel corso dell’anno, gli Stati Uniti e la Finlandia hanno approvato la legge nazionale legalizzando i matrimoni tra persone dello stesso sesso, portando a venti il numero totale dei Paesi che riconoscono tale diritto.
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23 Giugno 2015 – Abolizione dei matrimoni precoci in Malawi
Il leader politico del Malawi, Inkosi Kachindamoto, ha preso in mano la questione abolendo 330 matrimoni precoci – 175 spose bambine e 155 sposi bambini – affinchè essi possano concentrarsi sull’unica cosa che ciascun bambino dovrebbe fare: andare a scuola. La decisione giunge pochi mesi dopo l’approvazione, da parte del Malawi, della nuova legge che innalza a 18 anni l’età legale per contrarre matrimonio, un passo fortemente sostenuto da UN Women e dai suoi partner.
Il Malawi è uno dei Paesi con il maggior tasso di matrimoni precoci al mondo, dove in media una ragazza su due si sposa prima di aver compiuto 18 anni.
A novembre anche il Guatemala ha fatto questo passo, innalzando l’età minima per il matrimonio a 18 anni, laddove era prevista di 14 anni per le ragazze e di 16 per i ragazzi.
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25 Settembre 2015 – L’Agenda storica per lo Sviluppo Sostenibile mette al centro donne e ragazze
Annunciato come un momento di svolta epocale, 193 Stati Membri adottano all’unaminità la nuova Agenda globale per porre fine alla fame entro il 2030.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile prende le mosse dal successo degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, dal titolo “Transforming our World”, e stabilisce 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) per porre fine alla povertà e promuovere la prosperità economica comune, lo sviluppo sociale e la tutela ambientale entro il 2030; essa afferma categoricamente che: “Il raggiungimento del pieno potenziale umano e lo sviluppo sostenibile non sarà possibile se a metà dell’umanità viene negato il pieno godimento dei diritti umani e delle opportunità”. L’Agenda, fortemente sostenuta da UN Women, la società civile ed altri partner, contiene un obiettivo trasformativo, indipendente, sull’uguaglianza di genere e sull’emancipazione femminile (Obiettivo 5) e prevede una prospettiva di genere in altri 11 obiettivi.
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27 Settembre 2015 – Nel 20° anniversario della Piattaforma d’Azione di Pechino gli Stati spingono sull’uguaglianza di genere
In concomitanza con il Summit delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile e come parte dell’iniziativa promossa da UN Women “Planet 50-50 by 2030: Step It Up for Gender Equality”, 64 Capi di Stato e Governo e 8 Vice Capi di Stato e Governo si impegnano concretamente, a livello nazionale, per superare lo scarto nell’uguaglianza di genere. Il “Global Leaders’ Meeting on Gender Equality and Women’s Empowerment: A Committment to Action” – ospitato dalla Repubblica Popolare Cinese, dove si tenne la Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne nel 1995, insieme a UN Women – segna un punto storico: nelle Nazioni Unite non si era mai parlato prima d’ora di emancipazione femminile ad un tale livello politico. L’evento rappresenta inoltre il culmine della campagna di UN Women per la celebrazione del 20° anniversario della Dichiarazione di Pechino e della Piattaforma d’Azione. Come parte della revisione ventennale della Piattaforma, 167 Paesi hanno avviato le revisioni nazionali per valutarne il progresso e le lacune, affinchè queste costituiscano le basi per i nuovi piani di azione nazionali, volti ad accelerare il progresso dei diritti di genere.
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13 Ottobre 2015 – Adozione della Risoluzione 2242 del Consiglio di Sicurezza
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la Risoluzione 2242 (2015), che riconosce il ruolo centrale della partecipazione delle donne nell’impegno globale per costruire la pace e la sicurezza, compresi anche i contributi strategici per contrastare la crescita dell’estremismo violento e trovare soluzioni alla complessa crisi della sicureza internazionale attuale. La Risoluzione è adottata dal Consiglio di Sicurezza nella valutazione complessiva sul grado raggiunto, a livello regionale e nazionale, dall’implementazione della Risoluzione 1325 (2000) su donne, pace e sicurezza, a 15 anni dalla sua adozione.
Uno studio globale e complessivo – commissionato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e condotto dall’autrice indipendente Radhika Coomaraswamy, e pubblicato prima del dibattito – prova come la partecipazione femminile sia il fattore chiave per determinare operazioni efficaci nella mediazione della pace, nel peacekeeping e nella prevenzione dei conflitti.
Per approfondimenti sul dibattito su “Donne, Pace e Sicurezza” si rimanda al Dipartimento per le Pari Opportunità
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28 Ottobre 2015 – In Nepal viene eletta la prima Presidentessa donna
Il Parlamento nepalese giunge ad un punto di svolta storico con l’elezione di Bidhya Devi Bhandari come prima Presidentessa donna. Nel suo incarico precedente di Ministro della Difesa dal 2009 al 2011, Bhandari si è battuta a lungo per ottenere una maggiore rappresentanza delle donne in politica. Insieme al Nepal, quest’anno anche altri Paesi hanno visto salire le donne al potere, come la Croazia, le Mauritius e l’Iraq, mentre in Arabia Saudita sono state elette per la prima volta delle donne nei consigli comunali. Al 1 dicembre 2015 si contano 13 donne Capo di Stato e 12 donne Capo di Governo – un numero record mai avuto prima.
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10 Novembre 2015 – La Tunisia abolisce il nulla osta per le donne che viaggiano con minori
Il Parlamento tunisino, infrangendo una norma di vecchia data, approva la legge che consente alle donne di viaggiare con i figli di minore età senza il permesso del padre.
La legge, firmata dal Presidente, rettifica un articolo della legge tunisina sui passaporti e concede adesso ad entrambi i genitori il diritto di autorizzare il viaggio del minore. Questo passo segue il riconoscimento dei diritti di genere, contenuti nella nuova costituzione tunisina che, per questo traguardo, è stata considerata tra le Costituzioni più progressiste dell’intera regione araba nel 2014.
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25 Novembre 2015 – Le meraviglie del mondo si accendono di arancione
Sulla scia delle intuizioni virtuose degli anni passati, UN Women lancia la campagna mondiale “Orange The World”. La campagna inizia durante i “16 Giorni di Attivismo contro la Violenza di Genere”, promossi dalla società civile per simbolizzare un futuro luminoso, libero dalla violenza contro le donne e le ragazze. In uno spettacolo di solidarietà, i luoghi più belli del mondo si tingeranno di arancione. Tra i tanti nomi spiccano le Cascate del Niagara, la città di Petra in Giordania, la Table Mountain in Sud Africa, il Monumento Nazionale in Pakistan, il Parlamento Europeo in Francia e il Presidential Palane in Brasile.
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Per ulteriori informazioni sui traguardi raggiunti nel 2015 per l’uguaglinza di genere, visitare il sito UN Women