Algorithms and Terrorism: The Malicious Use of Artificial Intelligence for Terrorist Purposes

Introduzione di Vladimir Voronkov, Sottosegretario Generale, United Nations Office of Counter-Terrorism ed Executive Director, United Nations Counter-Terrorism Centre

Nel corso dell’ultimo decennio, abbiamo assistito a una rapida adozione di soluzioni di Intelligenza Artificiale (IA) all’interno di varie industrie, sia nel settore pubblico che in quello privato. Si prevede che il mercato globale dell’IA supererà i 100 miliardi di dollari entro il 2025 e i sistemi abilitati all’IA continueranno a sostenere molti settori, tra cui sanità, istruzione, commercio, servizi bancari e finanziari, infrastrutture critiche e sicurezza.

Come affermato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nella sua Strategy on New Technologies del 2018, “Mentre queste tecnologie sono molto promettenti, non sono prive di rischi, e alcune provocano ansia e persino paura. Possono essere usate per fini malevoli o avere conseguenze negative indesiderate”. I potenziali benefici dell’IA per l’umanità sono innegabili, eppure la ricerca sull’uso malevolo della stessa è ancora agli inizi. I terroristi sono stati osservati essere i primi ad adottare le tecnologie emergenti, che tendono ad essere scarsamente regolamentate e malgovernate, e l’IA non fa eccezione. Dati i collegamenti internazionali e le implicazioni transfrontaliere di molti sistemi tecnologici, un approccio regionale e internazionale diventa vitale per garantire che i terroristi non abbiano l’opportunità di sfruttare le lacune normative che possono esporre le vulnerabilità dei sistemi IA. Abbiamo bisogno di costruire strutture di governo resilienti che possano rispondere rapidamente ed efficacemente e mitigare l’impatto dell’uso malevolo dell’IA da parte dei terroristi.

Le Nazioni Unite stanno rispondendo a questa necessità con una vasta gamma di iniziative. La Roadmap for Digital Cooperation del Segretario Generale identifica la “Supporting Global Cooperation on Artificial Intelligence” come una delle otto aree d’azione chiave. In linea con questa tabella di marcia, anche lo United Nations Counter-Terrorism Centre presso lo United Nations Office of Counter-Terrorism sta rispondendo a questa sfida attraverso il suo Global Counter-Terrorism Programme on Cybersecurity and New Technologies.

Questo report, sviluppato congiuntamente con l’ UNICRI, dovrebbe funzionare come un preallarme per potenziali usi malevoli e abusi dell’IA da parte dei terroristi e aiutare la comunità globale, l’industria e i governi a pensare proattivamente a cosa possiamo fare collettivamente per assicurare che le nuove tecnologie siano usate per portare del bene e non del male.

Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare gli esperti internazionali che sono stati coinvolti nella formulazione delle raccomandazioni di questo report. Il mio ufficio è pronto a sostenere gli Stati Membri e altri partner dell’antiterrorismo nel contrastare la minaccia dell’IA da parte dei terroristi.

Introduzione di Antonia Marie De Meo, Direttrice, United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute

L’intelligenza artificiale (IA) è senza dubbio la quintessenza della tecnologia emergente del nostro tempo. Da diversi anni ormai, l’UNICRI, attraverso il suo Centre for AI and Robotics, sta analizzando l’IA e ciò che abbiamo notato è immensamente promettente. Nel contesto di oggi, l’IA ha, per esempio, giocato un ruolo nell’aiutare ad accelerare significativamente lo sviluppo di vaccini basati sull’acido ribonucleico messaggero (mRNA), come quelli che ora vengono usati per contenere la pandemia di COVID-19. Nelle nostre aree di lavoro nel campo della giustizia, della prevenzione del crimine, della sicurezza e dello stato di diritto, abbiamo constatato usi promettenti dell’IA, compresa la sua capacità di aiutare a localizzare i bambini scomparsi da tempo, la scansione degli annunci sessuali illeciti per identificare e interrompere le reti di traffico di esseri umani, e le transazioni finanziarie che possono indicare il riciclaggio di denaro.

Ma abbiamo anche visto il lato oscuro dell’IA, un lato che non ha ricevuto altrettanta attenzione e rimane poco esplorato. La realtà è che l’IA può essere estremamente pericolosa se usata con intenti malevoli. Con una comprovata esperienza nel mondo della criminalità informatica, è un potente strumento che potrebbe plausibilmente essere impiegato per favorire o facilitare il terrorismo e l’estremismo violento che porta al terrorismo, per esempio, fornendo nuove modalità per attacchi fisici con droni o auto a guida autonoma, aumentando gli attacchi informatici alle infrastrutture critiche, o consentendo la diffusione di discorsi di odio e incitamento alla violenza in modo più rapido ed efficiente.

L’IA è il futuro del terrorismo? Come indica questo report, questo resta da vedere. Tuttavia, non dobbiamo mai dimenticare che il terrorismo è una minaccia in evoluzione che non dovrebbe essere sottovalutata. Nell’arco di più di due decenni nel XXI secolo, abbiamo visto molti esempi di terroristi che si rivolgono a tecnologie nuove ed emergenti come droni, valute virtuali e social media. Con l’IA che diventa sempre più accessibile, è imperativo tenere il passo ed essere preparati per qualsiasi eventualità che coinvolga il suo uso improprio.

Siamo quindi orgogliosi di presentare questo report insieme allo United Nations Counter-Terrorism Centre presso lo United Nations Office of Counter-Terrorism, che è stato reso possibile grazie al generoso sostegno del Regno dell’Arabia Saudita. La nostra aspirazione è che sia l’inizio della conversazione sull’uso malevolo dell’IA per scopi terroristici.

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Foto di @Gerd Altmann