Nel 1989, con la decisione 89/46, il Consiglio Direttivo del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP – United Nations Development Programme) ha scelto di celebrare la Giornata Mondiale della Popolazione l’11 luglio di ogni anno. Con questa decisione, il Consiglio ha voluto in porre l’attenzione sull’importanza di riservare alle questioni demografiche un ruolo primario all’interno dei piani e dei programmi di sviluppo globali.
A partire dal XIX secolo, il tasso di mortalità si è ridotto senza precedenti nei paesi più sviluppati ed è diminuito drasticamente dal XX secolo.
Tra il 1800 e il 2005 l’aspettativa di vita è passata da 30 a 67 anni, portando ad una rapida crescita della popolazione: da 1 miliardo nel 1810 a oltre 7 miliardi nel 2012. Senza dubbio l’innalzarsi dell’aspettativa di vita rappresenta una delle più grandi conquiste dell’umanità.
Il tema scelto per celebrare la Giornata mondiale nel 2016 è quello dell’investimento nelle adolescenti (Investing in teenage girls). Questo in considerazione del fatto che, nonostante il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale nei paesi più sviluppati, il numero dei giovani nel mondo ha raggiunto livelli molto elevati. Gli 1,8 miliardi di giovani rappresentano oggi una risorsa di estrema importanza per tutti i paesi del mondo. Garantire adeguati investimenti nella formazione e nella salute dei giovani significa trasformare le economie e il futuro dei paesi in via di sviluppo.
In particolare, le giovani donne in tutto il mondo sono spesso chiamate a fronteggiare sfide enormi. In molti paesi vengono obbligate dai genitori e dalle comunità ad affrontare il matrimonio e la maternità in età adolescenziale. Molte di loro sono costrette a lasciare la scuola per soddisfare le aspettative dei genitori, compromettendo questo modo prospettive future. Anche alle ragazze che possono continuare gli studi, l’accesso alle informazioni di base sulla salute e sui diritti fondamentali non sempre è garantita, rendendole facilmente soggette alle malattie, agli infortuni e allo sfruttamento. Queste problematiche coinvolgono in maggior misura le giovani emarginate, che vivono in condizioni di povertà o appartenenti a minoranze etniche.
I progetti dell’UNFPA (United Nations Population Fund) mirano a eliminare il fenomeno delle spose bambine e della maternità in età adolescenziale. Solo nel 2015, l’UNFPA ha consentito l’accesso ai servizi sanitari e alle informazioni sulla salute riproduttiva a 11 milioni di bambine e adolescenti tra i 10 e i 19 anni.
L’Istituto Superiore di Sanità definisce la salute riproduttiva come uno stato di completo benessere fisico e sociale – e non semplicemente come assenza di malattie e infermità – collegato all’apparato riproduttivo, ai suoi processi e alle sue funzioni. La salute riproduttiva indica quindi la possibilità di godere della piena libertà di scelta sulla procreazione e del libero accesso a metodi di controllo della fertilità e a servizi sanitari adeguati.
La popolazione mondiale negli ultimi 200 anni è cresciuta sette volte di più rispetto agli anni precedenti. La crescita esponenziale della popolazione è stata causata dall’urbanizzazione, dall’aumento dell’aspettativa di vita in età riproduttiva e, di conseguenza, dall’aumento dei tassi di fertilità.
Attualmente, secondo l’UNFPA (United Nations Population Fund), la popolazione mondiale è pari a circa 7,3 miliardi.
La crescita della popolazione oltre i 9 miliardi entro il 2050 dipenderà in gran parte dalle future tendenze di fertilità e dalle politiche messe in campo oggi.
Il controllo e la pianificazione del cambiamento demografico sono prerequisiti essenziali per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
I paesi possono quindi influenzare l’andamento demografico della popolazione
attraverso politiche sociali ed economiche. A tal proposito, l’UNFPA collabora con i governi per aumentare l’educazione sessuale nelle scuole e nelle comunità attraverso corsi di formazione.
“I leader e le comunità devono impegnarsi per difendere i diritti umani degli adolescenti più emarginati, in particolare di quelli più poveri, senza accesso all’istruzione, sfruttati o sottoposti a pratiche tradizionali dannose, tra le quali il matrimonio precoce” ha affermato il Direttore Esecutivo dell’UNFPA Babatunde Osotimehin. “Le ragazze emarginate sono più soggette a cattive condizioni di salute riproduttiva e hanno maggiori probabilità di dover affrontare gravidanze in età adolescenziale. Anche loro hanno il diritto di poter controllare il proprio corpo e di avere potere decisionale sulla propria vita”.
Per approfondire, vedi il video dell’UNFPA
FOTO: “A throng of shoppers in Myungdong, downtown Seoul.” © UN Photo/Kibae Park. UN