Gli italiani e la politica estera

Il 9 ottobre a Roma presso la Sala della Lupa di Montecitorio, sono stati presentati i risultati dell’indagine Gli italiani e la politica estera 2017. L’indagine è stata condotta dal Laboratorio di analisi politiche e sociali (LAPS) dell’Università di Siena per conto dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) e con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

All’incontro sono intervenuti: Ferdinando Nelli Feroci (Presidente dell’Istituto Affari Internazionali), Nicolò Russo Perez (Coordinatore del Programma International Affairs della Compagnia di San Paolo), Pierangelo Isernia (Professore), Ettore Greco (Vicepresidente vicario dell’Istituto Affari internazionali), Giampiero Gramaglia (Direttore responsabile di Affari Internazionali), Edmondo Cirielli (Deputato, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale), Pier Ferdinando Casini (Senatore, Alternativa Popolare – Centristi per l’Europa – NCD), Stefano Fassina (Deputato, Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile), Marina Sereni (Vicepresidente della Camera dei Deputati, Partito Democratico), Marta Grande (Deputato, Movimento 5 Stelle), e Benedetto Della Vedova (Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Gruppo Misto).

Le parole che sono state utilizzate con maggiore frequenza dai relatori sono state paura e inquietitudine, a riprova che l’opinione pubblica italiana (rappresentata dai 1001 connazionali intervistati) risente dell’attuale contesto di instabilità.

Come ha sottolineato il professore Pierangelo Isernia, illustrando la struttura metodologica dell’indagine, ci troviamo nel mezzo di tre crisi molto importanti: la crisi economica, quella migratoria e la crisi della sicurezza dovuta all’instabilità mediorientale. In questo contesto i punti di riferimento ai quali gli italiani, in termini di politica estera, sono abituati a rivolgersi vacillano: i rapporti con gli Stati Uniti e l’Europa.

I dati dell’indagine dicono che la paura dell’immigrazione incontrollata è un valido motivo per una politica incentrata sui respingimenti anche a costo di violazione dei diritti umani: il 38% delle persone intervistate adotterebbe infatti come soluzione alla crisi migratoria la politica dei respingimenti (anche se questi avessero come conseguenza il trattamento disumano dei migranti nei paesi di transito e di origine). Poco meno del 30% degli intervistati si è detto favorevole ad assicurare il salvataggio delle vite umane nel Mediterraneo e ad accogliere i migranti sul territorio nazionale. Il 55% crede che esista un legame tra l’immigrazione irregolare e la diffusione del terrorismo.

Per una percentuale consistente la minaccia degli attacchi terroristici rende giustificabile l’uso della tortura nei confronti di sospetti terroristi. Nel 2013 è stata effettuata un’indagine molto simile dalla quale emergeva che il 70% degli intervistati era contrario all’uso della tortura nei confronti dei sospetti terroristi. L’indagine presentata (a distanza di quattro anni) mostra che la percentuale è scesa al 42%.

Un altro dato sottolineato è quello che riguarda il giudizio degli italiani sull’importanza dell’Italia nello scacchiere internazionale: l’82% degli intervistati ritiene che l’Italia abbia scarsa influenza sia in Europa che a livello globale.

La Brexit, l’elezione di Trump alla Presidenza degli Stati Uniti, il ruolo delle forze armate nella prevenzione dei rischi e l’esercito unico europeo sono altresì stati tra gli argomenti discussi durante l’incontro.

Un altro tema che ha sollevato l’interesse degli oratori e del pubblico è stato quello del cospirazionismo che sempre più viene sollevato a livello di opinione pubblica.

Il rapporto presenta dati che dimostrano una correlazione tra appartenenza a partiti politici e adozione di teorie cospirazioniste (ad esempio sull’occultamento dei dati reali sul numero di immigrati presenti in Italia, o sulla crisi finanziaria generata da una cospirazione di banchieri e politici).

Tra gli importanti contributi dei relatori su questo argomento, vi è stato quello del Vicepresidente della Camera dei Deputati, Marina Sereni, che ha sottolineato l’importanza di approfondire nel prossimo sondaggio le fonti di informazione degli intervistati.

Sul sito di Radio Radicale è disponibile il video completo della presentazione:

https://www.radioradicale.it/scheda/522103